Effetto Covid sull’economia, Australia in recessione per la prima volta dal 1991

Il Pil dell’Australia relativo al secondo trimestre dell’anno è sceso su base trimestrale del 7%, il più alto da quando è iniziato questo tipo di rilevazione nel 1959, a causa della crisi innescata dalla pandemia del coronavirus.

Il dato è stato peggiore delle attese del consensus, pari a una contrazione del 6%, peggiorando rispetto al -0,3% precedente. Su base annua, la contrazione è stata del 6,3%, peggio del -5,1% stimato dal consensus, rispetto alla crescita, nel primo trimestre, pari a +1,6% (dato rivisto al rialzo dal +1,4% precedentemente comunicato).

Secondo un rapporto dell’Australian Broadcasting Corporation il dato della ‘decrescita’ pone l’Australia per la prima volta in recessione in quasi 30 anni.

Per il responsabile dei conti nazionali dell’Abs, Michael Smedes, il crollo trimestrale del Pil è attribuibile “alla pandemia globale e alle relative politiche di contenimento”. “Questo è, con un ampio margine, il più grande calo del Pil trimestrale dal 1959”, ha detto. Il rapporto dell’Abs mostra anche che, a causa dell’aumento del numero di destinatari e dei pagamenti di sostegno aggiuntivi, le prestazioni di assistenza sociale sono salite al record del 41,6%.

Tra il 1991e il 2018 il Pil australiano è cresciuto con un tasso medio del 3,2 per cento annuo, superando anche le crisi economiche e politiche locali e mondiali. L’Australia fu uno dei pochi Paesi a non entrare in recessione tecnica neanche durante la grande crisi globale del 2008.