Elezioni Regionali: dopo la follia del reddito di cittadinanza, Tridico ci riprova in Calabria. Occhio ai professionisti delle poltrone

PASQUALE TRIDICO, DEPUTATO AL PARLAMENTO EUROPEO, PROFESSORE ORDINARIO DI ECONOMIA ALL’UNIVERSITÀ DI ROMA TRE

Tra i rituali della Prima Repubblica c’era la definizione del programma. Prima di ogni consultazione elettorale, tutti i partiti si concentravano sull’elenco delle cose da fare, su cui farsi giudicare. Un teatrino? In parte. Un’ipocrisia? Forse. Ma, come dice qualcuno, l’ipocrisia è l’omaggio che il vizio offre alla virtù. Ormai il vizio è scoperto, e non si inchina, nemmeno formalmente, alle richieste virtuose. Stilare un programma elettorale è un’iniziativa virtuosa, certamente. Oggi totalmente abbandonata. La definizione delle candidature per le prossime elezioni regionali segue tutt’altri schemi. Gli impegni da prendere con gli elettori? Macché, gli impegni da assumere tra partiti della coalizione. E il candidato si sceglie per questo secondo motivo, non per “incarnare” un programma.

Verso le Regionali

In questo incipiente autunno, gli elettori saranno chiamati a scegliere un nuovo presidente di Regione nelle Marche, in Toscana, Puglia, Campania, Calabria e Veneto; si voterà anche in Valle D’Aosta, dove si eleggono i consiglieri regionali che poi scelgono il presidente. Programmi e candidati sono ormai sciolti, gli uni dagli altri. Così si vede che il possibile candidato per il centrosinistra in Campania, Roberto Fico (M5S) – ex presidente della Camera dei deputati, attualmente disoccupato (o semplicemente inoccupato) – si sta già spendendo per la chiusura dell’inceneritore fortemente voluto dalla Giunta De Luca, e funzionante ad Acerra. Discontinuità? Però con gli stessi partiti al governo. E in Toscana? Il governatore Pd uscente (e ricandidato con poco entusiasmo dal partito) per ingraziarsi gli elettori pentastellati ha detto che non vuole più il rigassificatore a Piombino, nonostante fosse stata una scelta del governo Draghi, con maggioranza universale (quindi anche e soprattutto Pd).

Elezioni Regionali, dopo la follia del reddito di cittadinanza, Tridico ci riprova in Calabria

Che dire della Calabria? Anche qui il M5S ha ottenuto il candidato a governatore, per il centrosinistra: Pasquale Tridico, da poco seduto sullo scranno dell’Europarlamento (dopo aver lasciato la presidenza Inps) e già sulla via del ritorno nazionale. Vuole il reddito di cittadinanza (lo chiama ora di “dignità”) per i cittadini della Regione. Dopo aver mandato in dissesto i conti dello Stato con il reddito di cittadinanza, Tridico sembra determinato a perseguire l’analogo progetto in Calabria, contando sul fatto che forse qui se ne accorgeranno di meno: l’assistenzialismo non può essere indicato come una novità programmatica per una Regione da sempre nel mirino delle spese pubbliche senza controllo. E forse proporrà anche un bonus 110% per i suoi corregionali?

Occhio ai professionisti delle poltrone

Possibile che il Pd sottoscriva sul territorio quello che Draghi (con cui i dem hanno governato a lungo a Roma) aveva schifato? Tridico fa parte di quella curiosa schiera di europarlamentari che, dopo appena un anno, lasciano senza nostalgia il loro incarico per l’Europa. Strasburgo e Bruxelles per la politica italiana è sostanzialmente un ricco parco divertimenti, dove essere parcheggiati, in attesa di migliori sorti nazionali. Non è una bella cosa per l’Europa e per chi li ha votati, con tanto di preferenze. Malcostume? Anche. E il tutto dà ragione a Vincenzo De Luca, che dopo aver cercato in tutti i modi di avere il terzo mandato in Campania, ha detto che ci sono candidati che fanno il loro quarto o quinto mandato di fila, anche se su poltrone diverse; professionisti delle elezioni, a prescindere che ci sia da fare il sindaco, il deputato nazionale o europeo, il governatore di Regione, il presidente di un grande ente pubblico o il ministro.

Le partite in Veneto, Campania e Toscana

Si dirà che ho occhi solo per le candidature del centrosinistra. È solo che l’attuale dibattito mette in luce le loro incoerenze, programmatiche e politiche. Il centrodestra sta facendo scelte più lente (in Veneto chi andrà a sopportare l’ombra di Zaia? E in Campania chi si candida per perdere? In Toscana è stato appena scelto il sindaco di Pistoia, Alessandro Tomasi, ma la partita resta in salita). Ma siamo certi che potrà fare anche di peggio. Le agende elettorali di Lega e Fratelli d’Italia non sono proprio simili; le divergenze non riguardano solo Macron e la politica estera.