Elezioni Usa, i bastoni tra le ruote di Biden nella corsa al secondo mandato

President Joe Biden leaves after speaking about the auto workers strike from the Roosevelt Room of the White House in Washington, Friday, Sept. 15, 2023. (AP Photo/Susan Walsh) Associated Press/LaPresse Only Italy and Spain

Biden, mister President, ritirati da questa ostinata ossessione di voler battere Trump perché stavolta siamo noi a chiedertelo in modo quasi formale. Anzi per nulla formale. Anzi attraverso una delle più prestigiose tastiere del Washington Post, quella di David Ignatius.

David è uno dei giornalisti americani che non solo fanno opinione ma fanno politica con la loro opinione. I suoi articoli sono frutto di molte meditazioni e consultazioni, non un pensiero unico ma di un pensiero collettivo o appartenente a quella cerchia restrittiva delle “teste d’uovo intellettuali” che sanno valutare la Casa Bianca, il mondo, la moda, la guerra, l’economia, la letteratura e il cinema.

Sono loro che fanno e disfano i presidenti, e ce ne sono sia di parte democratica che di parte repubblicana, più una sottile striscia di sovrapposizione che gioca su tutti e due i campi. Questo spiega perché l’articolo uscito sul Washington Post ha fatto capire a tutto il mondo, ma più che altro l’America, che le teste d’uovo (l’espressione che deriva dall’epoca di John Fitzgerald Kennedy e dei suoi pregiatissimi intellettuali visionari) hanno deciso di declinare l’ostinazione del presidente degli Stati Uniti dicendogli con garbo quel che gli va detto. E cioè, con tutto il rispetto l’ammirazione l’affetto la gratitudine e il debito di riconoscenza, “lei dovrebbe essere così cortese da ritirarsi dalla competizione elettorale per la sua successione”.

È una cosa questa del tutto rara e quasi inedita, perché per tradizione storia un presidente eletto che termina il suo primo mandato ha una sorta di sovrano diritto a correre per il secondo, quello in cui senza doversi più preoccupare per sondaggi e consigli, potrà finalmente governare come gli pare tanto la sua carriera è arrivata alla fine e al trionfo.

Ma Biden ha i problemi fisici dell’età che lo costringono a perdere il filo, scivolare, cadere, scambiare una persona per un’altra con figuracce persino in Europa. Il presidente degli Stati Uniti non può essere un vecchio. Ronald Reagan era molto criticato per la sua età anche se era vitalissimo fino alla fine, prima che il suo cervello si ammalasse perdendo i contatti con la realtà.

I motivi reali per cui la lobby delle teste d’uovo non vuole correre rischi sono parecchi. Biden ha fatto bene ad intervenire in Ucraina, senza per questo sfidare la Russia alla guerra, ma al tempo stesso suscitando il malumore del tax payer che paga un uovo al supermercato il quintuplo dell’anno scorso ma spedisce attrezzature militari miliardarie a Kiev.

Poi c’è il confronto con la Cina con cui Biden più volte ha sbagliato tono assumendo quello adatto allo scontro frontale, quando era di prammatica quello interlocutorio. Questa circostanza imbarazza il dipartimento di Stato perché i cinesi sono tremendamente suscettibili sul piano personale.

Poi c’è il problema di Kamala Harris, la vice di Biden, che dovrebbe essere per tradizione – in teoria – il suo successore naturale. Ma Kamala Harris non ha conquistato il consenso che si sperava, sempre sfidata dall’ombra soverchiante di Michelle Obama che tutto il mondo dem vorrebbe all’Oval Office. Stavolta il siluro non lo lancia Trump ma parte da casa Trump – che ha sempre chiamato Biden con il nomignolo sleepy Joe -, che sarebbe un po’ come Peppino Dorminpiedi. Stesso vale anche per altri rispettati columnist di sinistra come l’acrobatico Tom Friedman e l’attendibile David Brooks.

Se Kamala fosse costretta a ritirartisi insieme a Biden il problema sarebbe quello di trovare alla svelta, entro un mese, il nuovo ticket democratico. L’impressione è che il circolo delle teste d’uovo “Boiled Eggs” abbiano già pronte alcune coppie di prestigio, ma i nomi sono troppi e il percorso pieno di trappole. Biden non ha reagito, ma tutti sanno che è furioso. Di sé stesso dice sempre che alla sua età è al suo meglio. Ed essendo chi scrive suo coetaneo, questo sembra un argomento inconfutabile.