Bello ritrovarsi in Piazza del Popolo, che poi è un rischio calcolato, con l’aiutino della Cgil, e la solita sfilza di pullman e di treni speciali. Però vuoi mettere la coreografia: un sabato di sole nella capitale, le bandiere al vento che garriscono, anche qualche malintenzionato con quelle della Palestina sotto il palco, ma Igor Taruffi ed il mitologico servizio d’ordine sono reattivi, tanti abbracci che diventano selfie su Instagram, tutti i parlamentari con le sneakers, Elly in questo campo ha davvero sfondato, imponendo un radicale cambio di look alla truppa. Che poi per alcuni di loro è un vero dispiacere lasciare le Church’s nella scarpiera, ma poi in Transatlantico è tutta un’altra faccenda. Insomma una bella giornata, ma ‘domani’ è un altro giorno, e la ‘vita’ reale nei Palazzi della politica è un’altra cosa, altro che manifestazioni.
Che poi Elly, una volta salita sul palco, ad enunciare tutte le parole d’ordine della protesta, aveva praticamente già finito il tempo a disposizione per il comizio, alla fine oltre gli slogan, niente.
Ed è stato pure un piacere, discorrere qualche minuto con Giuseppe Conte nel retropalco, fosse sempre così, stringere i cari Nicola Fratoianni ed Angelo Bonelli, loro si, che sono affidabili, ci sono sempre, ci si può contare. Giusepi invece, non demorde, alle Europee si vuole misurare, non c’è verso di fargli fare un passo indietro, così almeno fino a giugno, andrà in questo modo, stop and go, cortesie e frecciatine, poi il 9, si vedrà il responso.
In pratica la doppia chiave di lettura che toccherà ad Elly Schlein. Il voto complessivo del suo Pd intanto: se sarà sopra il 20, potrà stare a galla, sotto il 20, (alle ultime con Zingaretti nel 2019, il Pd prese il 22,7%, risultato considerato irraggiungibile), campane a morto. Ma non basta, perché l’altra chiave di lettura determinante sarà la distanza con i fratelli coltelli del M5S. Sotto i 3 punti, la vittoria sarà assegnata all’azzimato ex presidente del consiglio, che avrà buon gioco a conquistare la ‘ius primae noctis’ del centro sinistra. Sopra i tre punti di distacco, Elly avrebbe invece partita vinta e potrebbe confermare la regia del Nazareno in vista della preparazione alle politiche. In mezzo le anime ‘morte’ della minoranza, che in modo assolutamente silente, fanno il tifo per un tonfo di Elly alle elezioni di inizio estate. Insomma ‘le distese ardite e le risalite’ di un partito in cerca di autore, che anche in Europa dopo la figuraccia sulla richiesta di espulsione di Edi Rama, viene visto con un certo scetticismo.
