Emanuele Scieri, cinque indagati per la morte del paracadutista della Folgore

La Polizia di Stato ha notificato questa mattina a cinque persone l’avviso di conclusione delle indagini preliminari in relazione alla vicenda della morte del giovane allievo paracadutista della Folgore Emanuele Scieri, morto il 13 agosto 1999 nella caserma Gamerra di Pisa.

Sull’episodio la squadra mobile di Firenze e l’aliquota della sezione di p.G. Polizia di Stato della Procura della Repubblica di Pisa, coordinata dalla Procura della Repubblica di Pisa, hanno svolto articolate indagini che già nell’estate del 2018 portarono all’esecuzione di una misura cautelare per omicidio.

L’INDAGINE DELLA PROCURA MILITARE – Prima della procura di Pisa, lo scorso 12 maggio la procura militare di Roma ha chiuso l’inchiesta sulla morte di Scieri. L’avviso di conclusione delle indagini, della procura generale militare presso la Corte militare di appello di Roma, è stato notificato a tre indagati: Andrea Antico, caporal maggiore capo scelto dell’esercito in servizio, Alessandro Panella, già caporale dell’esercito in congedo e Luigi Zabara, già caporale dell’esercito in congedo. Il reato contestato, nell’avviso di chiusura delle indagini firmato dal procuratore generale militare Marco De Paolis e dal procuratore generale militare Isacco Giorgio Giustiniani, è violenza a inferiore mediante omicidio pluriaggravato, in concorso tra loro.

Secondo quanto rileva la Procura militare nell’avviso di conclusione indagini, i tre indagati, che all’epoca avevano il grado di caporale ed erano effettivi al reparto corsi del Centro addestramento paracadutismo presso la caserma ‘Gamerra’ di Pisa, sono accusati di aver cagionato “con crudeltà la morte dell’inferiore in grado allievo-paracadutista Emanuele Scieri”.

LA RICOSTRUZIONE DELLA PROCURA – I caporali, tra le ore 22,30 e le 23,45 del 13 agosto – secondo la ricostruzione della procura – incontrarono Scieri che stava per effettuare una chiamata con il suo cellulare poco prima di rientrare negli alloggiamenti; lo fermavano e, qualificandosi come superiori in grado, gli contestavano di aver violato le disposizioni che gli vietavano di utilizzare il telefonino. Da qui la punizione e l’abuso di autorità. I tre avrebbero poi obbligato l’allievo a flessioni sulle braccia, lo avrebbero percosso con pugni sulla schiena per poi costringerlo all’arrampicata con le scarpe slacciate e con la sola forza delle braccia sulla torre di asciugatura dei paracadute: mentre Scieri stava risalendo – secondo gli inquirenti – veniva seguito dal caporale Panella che, appena raggiunto, per fargli perdere la presa, lo percuoteva dall’interno della scala e, mentre il commilitone cercava di poggiare il piede su uno degli anelli di salita, gli sferrava violentemente un colpo al dorso del piede sinistro. Così facendo, sempre secondo la ricostruzione dei magistrati della procura militare, a causa dell’insostenibile stress emotivo e fisico subìto, Scieri perdeva la presa e precipitava al suolo da un’altezza non inferiore a 5 metri, in tal modo riportando lesioni gravissime. I tre poi, secondo l’accusa mossa dalla procura generale militare, “constatato che il commilitone, sebbene gravemente ferito, era ancora in vita – pur essendo consapevoli dell’obbligo di dover agire per soccorrerlo, lo abbandonavano sul posto agonizzante e, violando uno specifico dovere militare di comportamento, così ne determinavano la morte; morte, che il tempestivo intervento del personale di Sanità militare, da loro precluso, avrebbe, invece, potuto evitare”.

I tre ex caporali Alessandro Panella, Luigi Zabara e Andrea Antico, sono gli stessi accusati dalla procura ordinaria di Pisa di omicidio volontario: Alessandro Panella fu anche arrestato nell’estate 2018 in esecuzione di una misura cautelare perché gli inquirenti temevano potesse scappare negli Usa dove da tempo viveva. Tra gli indagati dalla procura di Pisa anche l’ex comandante della Folgore, generale Enrico Celentano (da tempo in pensione), al quale è stato contestato di aver reso false dichiarazioni al pm. Impulso alle nuove indagini è stato dato dalla commissione parlamentare di inchiesta che nel dicembre 2017 concluse i lavori trasmettendo gli atti alla procura di Pisa, e dalla perizia svolta dalla professoressa Cristina Cattaneo, ordinario di medicina Legale all’università degli Studi di Milano e direttore del Labanof – Laboratorio di antropologia e odontologia forense, sui resti riesumati del 26enne parà siracusano. A distanza di 20 anni dalla morte è stata riesumata il 14 maggio 2019 nel cimitero di Noto (Siracusa), in presenza dei familiari, la salma di Emanuele Scieri per un nuovo esame autoptico. Il passaggio dell’autopsia è stato considerato dai magistrati della procura pisana uno snodo fondamentale nell’inchiesta, almeno per confutare la qualificazione del reato ai tre indagati ex commilitoni della vittima.