Dopo un decennio di incertezze, paure e ripercussioni professionali, si è concluso con una piena assoluzione il lungo iter giudiziario del noto imprenditore Alessandro Gariazzo, amministratore delle tre società per azioni: Opere Pubbliche, Opere Stradali ed Opere Idriche. Tre procedimenti per bancarotta, risalenti agli anni 2015 e 2016, si sono conclusi con l’ultima sentenza di assoluzione pronunciata agli inizi di luglio 2025 per la società Opere Stradali, a ben dieci anni dall’inizio di quello che si è rivelato un vero e proprio calvario giudiziario.
L’epilogo legale, seppur atteso e doveroso, non cancella il peso di un’accusa che, per anni, ha gravato sulla vita dell’imprenditore. Un’accusa che, al di là dell’esito processuale di totale estraneità dei fatti – e la formula assolutoria piena non lascia spazio a dubbi “il fatto non sussiste” – ha lasciato dietro di sé una scia di conseguenze negative che difficilmente possono essere quantificate. In primo luogo il danno alla propria reputazione, il più difficile da recuperare: le ombre gettate da un’indagine, anche se infondate, che hanno compromesso rapporti commerciali, l’accesso al credito e, più in generale, la credibilità in un mondo economico che non sempre attende l’esito finale di un processo e che non sempre ricorda che si è “innocenti fino a prova contraria” e non viceversa.
In questi dieci anni, l’imprenditore ha dovuto affrontare non solo le spese legali e lo stress emotivo legato alla battaglia in tribunale, ma anche le difficoltà di operare in un contesto dove il suo nome era associato a vicende di bancarotta. Ogni porta, ogni opportunità, ogni nuovo progetto è stato probabilmente condizionato dalla pendenza di questi processi, causando perdite economiche dirette e mancate opportunità. Adesso, a domanda diretta l’imprenditore Alessandro Gariazzo, con la piena assoluzione in tasca, dichiara “L’esito positivo di tutti e tre i procedimenti è il risultato di un lavoro instancabile e meticoloso da parte del mio team legale, composto dal Prof. Roberto Rampioni e gli Avvocati Luca Rampioni, Gianni Scarpato e Giorgio Martellino, che mi hanno affiancato instancabilmente per l’intera durata dei processi. Non è finita, adesso attraverso i miei procuratori, sono determinato ad intraprendere un ulteriore passo fondamentale per la mia piena riabilitazione: la richiesta di attivazione del diritto all’oblio.” Questo principio, sempre più rilevante nell’era digitale, consente ad un soggetto di chiedere la de-indicizzazione (cioè la rimozione dei risultati dai motori di ricerca) di informazioni che lo riguardano e che, pur essendo state un tempo veritiere e pubblicate legittimamente, non sono più rilevanti, pertinenti o eccessive rispetto agli scopi per cui erano state diffuse, specialmente se arrecano un danno ingiustificato alla reputazione.
L’Avvocato Scarpato, noto penalista partenopeo e figura di spicco in processi di rilevanza nazionale e mediatica, quali, ad esempio la tragedia della Funivia del Faito, il disastro ambientale dell’ex Ilva di Taranto o il fallimento del Giornale dell’Umbria, è stato raggiunto telefonicamente in merito alla vicenda del suo assistito, l’imprenditore Alessandro Gariazzo e dichiara “in questa occasione, alla fine di dieci anni di un processo estenuante e tre assoluzioni piene e distinte, sento il dovere di fermarmi a pensare che questo imprenditore ha vissuto in una sorta di limbo professionale, con la sua capacità di operare nel mercato gravemente compromessa, anche se, troppo spesso ci dimentichiamo che in Italia vige il principio per cui, per tutta la durata del processo l’imputato è considerato innocente fino a prova contraria. Purtroppo, queste non sono cicatrici che il tempo o l’assoluzione possono cancellare facilmente.”
Continua il legale: “questa condizione, è comune a quasi tutti gli imprenditori e non che vengono sottoposti a processo penale, infatti, anche se poi l’accusa si rileva infondata, come in questo caso, la preclusione che si vive nei diversi ambiti imprenditoriali si trasforma in una condanna anticipata.” Conclude l’Avvocato: “sarà nostra cura attivare la tutela rafforzata relativa al diritto all’oblio per i casi di cronaca giudiziaria così come prevista dalla Riforma Cartabia”.
