Lo storico Partito repubblicano del popolo partito di opposizione (CHP), fondato il 9 settembre 1923 da Mustafa Kemal Atatürk, ha trascorso il suo 102° anniversario della fondazione sotto assedio. Lunedì, la polizia ha occupato il palazzo della sede centrale del partito commissariandolo e insediando un fiduciario del governo nella direzione.
Domenica sera la polizia aveva bloccato le strade intorno alla sede centrale del CHP a Istanbul circondando l’edificio subito dopo la sentenza di un tribunale che aveva destituito il presidente Özgur Celik e il suo team dalla sede provinciale a seguito di un processo in corso per presunta compravendita di voti durante la convention del CHP dell’ottobre 2023. Il tribunale aveva nominato l’ex membro del CHP Gürsel Tekin come capo ad interim. Tekin che con la sua corrente avversa quella vincente del presidente Ozel pupillo del sindaco arrestato Ekrem İmamoğlu, era stato sconfitto nel congresso del 2023 dopo aver combattuto una guerra interna scatenata per la conquista del controllo del partito.
Erdoğan vuole fare Putin
Il CHP era emerso come primo partito in Turchia alle elezioni municipali del 2024 e da allora sta conducendo una dura lotta contro il tentativo di Erdoğan di destabilizzarlo con le inchieste di presunta corruzione orchestrate da una magistratura eterodiretta dalla presidenza della Repubblica.
La polizia ha scortato fin dentro i locali della sede centrale del partito il fiduciario del governo turco, Gürsel Tekin. La sede commissariata dalla magistratura eterodiretta è stata occupata da migliaia di poliziotti. Il presidente del partito repubblicano Özgür Özel ha abilmente provveduto a trasferire la sede centrale di Istanbul in un nuovo edificio vanificando il tentativo del governo di riportare Tekin a capo della direzione provinciale del partito con la convocazione di un nuovo congresso nazionale per il 22 settembre.
La polizia aveva usato gas lacrimogeni per costringere i membri del CHP ad uscire per poter portare il fiduciario del governo Tekin all’interno del palazzo. Numerosi sono stati gli arresti deve inoltre affrontare un altro processo. Militanti e cittadini di Istanbul stanno presidiando la nuova sede per difenderla da un nuovo assalto della polizia. Le autorità turche hanno limitato l’accesso alle principali piattaforme di social media, tra cui X, YouTube, Facebook e Instagram. Centinaia sono gli utenti social arrestati per aver diffuso immagini e foto degli scontri. La borsa di Istanbul è crollata di quasi il 3%, spingendo le autorità a limitare le vendite allo scoperto per il resto della giornata di contrattazioni. L’assedio di martedì alla sede di Istanbul del maggior partito d’opposizione arriva nel contesto di una più ampia repressione giudiziaria nei confronti dei repubblicani, che hanno sconfitto il Partito della giustizia e dello sviluppo (Akp) del presidente Erdoğan per la prima volta dal 2002.
Il sindaco di Istanbul, Ekrem İmamoğlu, il più insidioso rivale di Erdoğan, è ancora in galera dal 19 marzo, in attesa di giudizio, accusato pretestuosamente di corruzione senza il supporto di alcuna prova. Da allora, almeno 15 sindaci distrettuali e provinciali del CHP sono stati destituiti o incarcerati e oltre 200 funzionari del partito sono sotto processo, in quello che i critici definiscono un attacco senza precedenti al partito fondato dall’architetto della Turchia moderna, Mustafa Kemal Atatürk.
Il partito repubblicano deve inoltre affrontare un altro processo esistenziale assieme al suo presidente Özgür Özel per le denunce di corruzione in cambio di voti durante il congresso nazionale tenutosi a Istanbul nell’ottobre 2023 e che ha visto l’uscita di scena dell’ex leader e presidente Kemal Kiliçdaroglu e l’elezione di Özel. La corrente interna fedele a Kiliçdaroglu, spinta da esponenti dell’Akp di Erdoğan aveva sporto denuncia all’autorità giudiziaria denunciando quella elezione come truccata. Ora il maggior partito d’opposizione è finito nel mirino della magistratura che potrebbe accogliere il ricorso e decidere per l’annullamento dell’elezione di Özel che rischia inoltre di essere arrestato.
Il piano per porre fine alla democrazia turca
Il governo turco, tramite la magistratura eterodiretta dalla presidenza della repubblica, sta attuando una strategia di “addomesticamento” dell’opposizione. Intende piazzare forzatamente politici dissidenti e caduti in disgrazia in posizioni chiave all’interno della principale forza di opposizione del Paese con l’obiettivo finale dello sfaldamento del partito repubblicano provocandone il caos al suo interno, sfruttando le lotte intestine tra gruppi contrapposti che si contendono la gestione del partito.
In questo modo il leader turco, dopo averne manipolato il vertice, intende dimostrare che non è adatto a governare. Se il piano di Erdoğan dovesse avere successo, la Turchia uscirebbe ufficialmente dalla democrazia. Il presidente turco sembra non avere altra scelta: per rimanere al potere dovrà “scendere dall’autobus” della democrazia su cui era salito nel 2001. Erdoğan vuole assicurarsi che l’opposizione sia obbediente, “addomesticata”, e che il suo potere sia permanente.
Il cerchio ora si sta per chiudere: il manifesto della “Conservative democracy” che nel 2001 era alla base del progetto fondativo dell’AKP di Erdoğan si è rivelato un manifesto strategico per l’utilizzo degli strumenti democratici per prendere il potere e trasformare la democrazia dal suo interno, svuotandola, prima con un premierato di fatto e poi con l’introduzione tramite referendum del presidenzialismo cosiddetto dell’uomo solo al comando. Gli oppositori sono in prigione ed ora si vuole la strada al consolidamento del regime con l’assedio al maggior partito d’opposizione diventato una vera minaccia politica per Erdogan dopo la pesante sconfitta subita a livello nazionale nelle elezioni amministrative del marzo del 2024.
Siamo alla russificazione del sistema politico turco, grida l’opposizione repubblicana. “Erdoğan sta prendendo spunto da Putin” dicono gli oppositori e sta fissando l’ultimo chiodo nella bara della democrazia turca.
