Un devastante incidente esplosivo nell’azienda Sabino Esplodenti di Casalbordino ha portato alla morte di almeno tre persone. La fabbrica, specializzata nella gestione e nel recupero della polvere da sparo proveniente da bonifiche è situata a Casalbordino, nella provincia di Chieti e non è nuova a incidenti simili.
Nel 2020 un evento analogo a quello di oggi aveva causato la perdita di tre lavoratori, uno originario del Molise e gli altri due rispettivamente di Lanciano e Casalbordino. In passato, nel 1992, un lavoratore di 48 anni di nome Bruno Molisani perse la vita a causa dell’esplosione di una spoletta nello stesso stabilimento, e nel 2009, due persone rimasero gravemente ferite in un altro incidente esplosivo.
Poco fa è iniziata una riunione del comitato per la sicurezza a Casalbordino al fine di valutare la situazione relativa all’area. Nella riunione del comitato si sta discutendo la possibilità di chiudere la ferrovia adriatica e l’autostrada Bologna-Taranto come misura precauzionale. Attualmente, la statale Adriatica è chiusa nel tratto compreso tra la “Cantina sociale” e la rotatoria di Casalbordino Lido a causa dell’incidente.
“Io non ho parole, sono sconvolto perché ho già vissuto questa bruttissima esperienza, che comunque ti segna, tre anni fa. Oggi devo prendere atto che a distanza di anni, ci troviamo di fronte ancora a lavoratori che hanno perso la vita: non è accettabile, non è più accettabile, perché si va al lavoro per riportare la pagnotta e non per tornare dentro la bara”. Lo ha dichiarato all’ANSA Emilio Di Cola, segretario provinciale della Filctem Cgil Chieti aggiungendo che “È inaccettabile che ancora nel 2023, soprattutto in un’azienda dove già tre anni fa c’è stato un incidente, si continui a parlare di morti” conclude Di Cola.
Sulla stessa linea il presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio: “Lascia sgomenti il precedente di soli tre anni fa, di fronte al quale non possiamo esimerci dal riflettere e chiederci se non siano state adottate tutte le misure previste in un’attività classificata ad alto rischio come questa fabbrica. La risposta, ovviamente, non può che venire dalla magistratura e dall’inchiesta che dovrà appurare le cause, ma comprendo i sentimenti di rabbia, oltre che di dolore, dei lavoratori esposti in tre anni a due tragedie mortali di questa dimensione. Dobbiamo tenere sempre alto il livello di sicurezza sui luoghi di lavoro per evitare che continuino a verificarsi simili incidenti”.
