Minacciava di licenziamento i suoi soci, tassisti-lavoratori, costringendoli a sottostare a regole economiche svantaggiose pur di mantenere il posto di lavoro. Un vero e proprio ‘schema’ criminale che prevedeva versamenti regolari (e illeciti) di cospicue somme di denaro.
L’amministratore ‘di fatto’ di 21 società cooperative, operanti nel settore del trasporto persone, si trova ora agli arresti domiciliari per il reato di estorsione reiterata ai danni di numerose persone offese.
L’operazione
Le complesse indagini, svolte dai Finanzieri del comando Provinciale di Roma coordinati dalla Procura e sviluppate dal 6° Nucleo Operativo Metropolitana grazie a perquisizioni, analisi delle movimentazioni bancarie e indagini tecniche, hanno portato alla luce l’esistenza di uno ‘spaccato criminale’ ben consolidato e diffuso gestito proprio dall’indagato. “Per perseguire tale finalità – si legge in una nota della Gdf – l’indagato minacciava le vittime di licenziamento o di privarle, in caso di recesso dalle società, delle autovetture utilizzate per l’attività lavorativa, ovvero di promuovere azione legali pretestuose per asseriti crediti delle cooperative“. In questo modo tassisti e autisti di Ncc erano costretti a effettuare versamenti di denaro, anche indipendentemente dai loro incassi, con la predisposizione di buste paga ‘di comodo’ con indicazioni fittizie sugli introiti conseguiti. Un ‘modus operandi’ che andava avanti dal 2018.
Ma non solo. Dagli accertamenti è anche emerso come, persino durante la pandemia e in particolare nel corso del primo lockdown, l’indagato abbia continuato a pretendere il pagamento delle somme, nonostante l’Inps avesse riconosciuto ed erogato alle società il fondo di integrazione salariale, che ovviamente non aveva provveduto a distribuire. L’ennesima vessazione che ha portato i tassisti a organizzarsi per ‘ribellarsi’ all’imprenditore, descritto come ‘un aguzzino senza scrupoli’, che sfruttava il loro bisogno di lavorare.
Sulla base di quanto scoperto dalle Fiamme Gialle, le cooperative sono state poste in liquidazione dal Ministero dello Sviluppo Economico, che ha provveduto a nominare commissari liquidatori.
