L’Unione Europea ha dimenticato quanto l’Africa sia stata fondamentale nella sua costituzione. Tutti ricordiamo il Trattato di Roma del 1957 come una delle tappe fondamentali dell’integrazione europea, pochi parlano però delle norme nella Parte IV. Quegli articoli normano la futura relazione tra i paesi della Comunità Europea e le colonie. Questi si sono trasformati nel tempo in Convenzioni (Yaoundé, Lomé, Cotonou). Ricordare questo è importante perché fa comprendere quanto in realtà l’Africa sia strettamente legata alla nascita dell’UE.
Io ritengo che l’Europa stia perdendo influenza sul piano geopolitico perché non ha voluto affrontare la sua Storia. Nel diciannovesimo secolo si è teorizzata l’ Eurafrica: un grande continente retto dall’interdipendenza tra l’Europa e l’Africa, ed è su questi presupposti che nasce il Trattato di Roma. Chiaramente a quel tempo era tutto declinato in termini coloniali e ciò che mi chiedo è proprio: è possibile costruire una nuova visione di Eurafrica non in termini coloniali? Io sostengo che l’Europa abbia avuto l’opportunità ma che abbia fallito in questo. La visione era buona, perché aveva compreso che il futuro era la globalizzazione. Si sarebbe dovuto fare uno sforzo di umiltà e creare un rapporto di interdipendenza positiva. Questo approccio impone l’affrontare un passato doloroso, farci pace e andare avanti nella creazione di un futuro diverso.
Non riconoscere la Storia, trasformare anche a livello linguistico un rapporto tra “sovrano” e “suddito” in “partnership”, mantenendo comunque atteggiamenti e logiche neocoloniali ha progressivamente deteriorato i rapporti. Questo è un errore che secondo me ha creato un indebolimento consistente della stessa Europa. Altri paesi questo l’hanno capito. L’Africa e l’Europa si comprendono e hanno bisogno l’una dell’altra più di quanto credono. E attenzione, la visione dev’essere condivisa, non teorizzata e messa in pratica senza che ci sia un consenso da entrambe le parti.
