“Adesso bisogna fare attenzione alla seconda ondata. Tante riaperture tutte insieme portano con sé il rischio che l’epidemia riparta. Più persone in giro, più contatti sui mezzi pubblici e nei negozi, nelle aziende e al ristorante rendono fondamentale il rispetto delle misure di prevenzione. Altrimenti nel giro di poco tempo ci troveremo a chiudere di nuovo tutto”. A dirlo è Giuseppe Ippolito, direttore scientifico dello Spallanzani di Roma e membro del Comitato tecnico scientifico, in un’intervista a Repubblica.
Se da una parte Franco Locatelli, membro del comitato tecnico scientifico sull’emergenza Covid, ha sottolineato che “a 12 giorni dalla prima riapertura del 4 maggio non c’è stata nessuna impennata dei contagi“, Ippolito appare più cauto.
“Dobbiamo avere ben chiaro che è fondamentale il monitoraggio dalla situazione, che deve essere fatto con la massima attenzione ai dati. Questi debbono essere affidabili, tempestivi e disponibili per tutti con il massimo livello di dettaglio. Saranno queste le basi di un nuovo patto nel Paese per il controllo della malattia” aggiunge Ippolito che teme le nuove riaperture perché si corre il rischio che “la diffusione del virus riparta e potremmo avere una ripresa dei contagi anche a breve. E poi saremmo costretti a rincorrere la situazione con nuove misure drastiche. Qualsiasi abbassamento delle misure deve andare di pari passo con l’aumento della responsabilità e della consapevolezza dei rischi da parte dei cittadini. Una ripresa dell’infezione sarebbe pericolosa, perché ingenererebbe negli italiani un senso di sconforto, di impotenza e anche sfiducia nel sistema”.
Ippolito rivolge elogi al Governo per come ha gestito l’emergenza coronavirus: “La politica italiana si è distinta per dare ascolto ai tecnici. Molto di più e meglio di altri Paesi. Ma ricordiamoci, è la politica ad avere l’ultima parola perché si assume la responsabilità delle scelte”.
