Fatti a manetta, ecco il brand dei prodotti realizzati dai detenuti

Quando il carcere non è soltanto privazione e punizione accade che diventi realtà l’idea di coinvolgere un gruppo di detenuti nella produzione e nel confezionamento di prodotti agroalimentari, tessuti e manufatti da portare al di fuori delle mura carcerarie per creare un ponte con il mondo fuori, per dimostrare che la reclusione deve e può essere anche la via per imboccare percorsi di cambiamento, di responsabilizzazione, di rieducazione.

Tutto nasce da una sinergia di idee e di impegno tra il Provveditorato regionale dell’amministrazione penitenziaria della Campania e l’associazione Il Carcere Possibile onlus. La sinergia ha portato alla promozione di un concorso di idee, dal titolo «Sul in carcere ‘o sann fa», bandito nel giugno scorso e conclusosi ieri con la premiazione dell’ideatore del logo che darà “identità” ai prodotti realizzati nelle carceri campane. La commissione, composta da giornalisti, imprenditori, web designer e rappresentanti del Provveditorato e del Carcere Possibile onlus, all’unanimità ha decretato vincitore Domenico Miglio, giovane graphic designer di San Severo, Foggia, scegliendo tra le oltre 50 idee progettuali pervenute.

Il logo, costituito dalla scritta «Fatti a manetta» composta con un mix di lettere e linee, grazie all’originalità, ai colori e allo stile fumettistico, esprime positività ed energia, e sarà utilizzabile per tutte le tipologie di prodotto. Al giovane designer foggiano, vincitore del concorso e scelto tra i circa cinquanta partecipanti, è stato consegnato un premio di 1.500 euro messo a disposizione dal Carcere Possibile onlus. L’Associazione ha regalato al Provveditorato della Regione Campania il segno distintivo che da oggi potrà essere apposto su tutti gli oggetti di artigianato, sui prodotti agroalimentari, su tessuti e manufatti prodotti nelle carceri campane e che consentirà di trasmettere ai cittadini un messaggio positivo sulla potenzialità ed essenzialità del lavoro per i detenuti, sia esso svolto all’interno che all’esterno degli istituti penitenziari.