Fedez ha fatto bene a parlare di salute mentale? Sì, giusto rivolgersi al Governo per chiedergli di salvare il bonus psicologo

Nel Si&No del Riformista spazio al dibattito su un argomento molto importante per molti italiani dibattuto negli ultimi giorni da un noto rapper milanese: “Fedez abbia fatto bene a parlare di salute mentale?” Favorevole Andrea Ruggieri, secondo cui “sarebbe giusto giusto rivolgersi al Governo per chiedere di salvare il bonus psicologo”. Contrario l’infettivologo Matteo Bassetti, secondo il quale: “bisogna evitare l’esibizionismo della salute e mettere in piazza i problemi”.

Qui il commento Andrea Ruggieri: 

Non sono un fan dei bonus, li considero uno strumento effimero, e tantomeno lo sono di Fedez. Lo considero un qualunquista un po’ ignorante, poco scolarizzato, anche se di sicuro talento musicale, ma un po’ pallone gonfiato che parla, pontifica a caso. Per me è un po’ il leader del movimento “Minchiabboh”, genere per cui si sparano sentenze a destra e manca senza però sapere quasi una mazza di quel su cui si vuole pontificare. Di Fedez non amo nemmeno le sparate secondo me egocentriche e narcisiste che ha fatto contro la Lega, sul tema del lavoro (lui che è testimonial Amazon) e contro la Rai, accusandola di censura salvo pretendere di continuare a frequentarla offrendo scene tutto sommato gratuite e volgari come quella di Sanremo. Però stavolta francamente mi domando: perché non dovrebbe poter rivolgere un appello al Governo affinché mantenga intatto il bonus psicologo? In fondo, tra i tanti bonus effimeri che ci sono in Italia, almeno quello relativo alla cura della propria salute mentale ha un senso e una specificità importanti.

Anni che facciamo finta di dimenticare: il Covid ha segnato i nostri ragazzi

I bilanci regionali (perché come sapete è in capo alle regioni la competenza sulla sanità) indicano che le risorse destinate alla cura mentale sono scarsissime. I medici a ciò dedicati hanno, ad esempio nel Lazio, fino a 1200 pazienti da seguire. Usciamo da anni che facciamo finta di dimenticare, ma il cui carico psicologico sta ancora tutto li, dormiente come una cellula terroristica, ma pronto a esplodere: parlo del Covid e della sua gestione italiana liberticida ed eccessiva per intensità e durata, che ha lasciato il segno (tendenzialmente tendente al cupo) in molti di noi, se non tutti, ragazzi anzitutto. Ci lamentiamo quotidianamente dell’apparente maggior aggressività dei più giovani. Sono loro a scontare conseguenze psicologiche che ora si intravvedono soltanto, ma sono destinate a uscire allo scoperto, maturate in anni di reclusione da Covid, durante i quali hanno avuto meno libertà dei cani (che almeno potevano uscire a fare la pipi all’aperto). E di che cosa pensiamo siano figlie, queste nascenti intemperanze, se non del fatto che la reclusione da covid ha tolto loro serenità, spensieratezza, occasione di conoscenza di luoghi e persone, socialità, cioè tutte cose connaturate all’adolescenza che precede la giovane età adulta? Certo, non basta prevedere un bonus psicologo perché chi è portatore di un problema se ne renda conto, decida di farsi aiutare, segua una terapia e si avvalga del bonus stesso, ma il problema esiste, secondo me ne vediamo solo la punta dell’iceberg, e rivolgersi al Governo perché salvi la misura in questione è operazione lecita, che una volta tanto Fedez non colora di gesti, toni e modalità sprezzanti, ma – mi sembra di aver capito – brandisce con misura non sguaiata. E allora, una volta tanto, forse ha diritto di dire la sua.

La scarsa salute mentale incombe sulla società

Va bene avere a cuore i conti pubblici, ma la scarsa salute mentale è una minaccia che incombe sulla nostra società e sulla sua sicurezza non solo hic et nunc, ma anche in prospettiva. Ecco allora che chiedere attenzione sull’argomento cosi delicato, raccontando peraltro Fedez la  sua storia sanitaria recente, che deve essere stata assai pesante, rappresenta secondo me un passo avanti sulla rotta della ragionevolezza che se i nostri artisti sposassero, rinunciando a fare i masaniello un tanto al chilo, sarebbe meglio. Per loro, perché diventerebbero più affidabili per chi li segue, e per noi perché grazie alla loro caratura artistica beneficeremmo di risultati positivi, anche solo in termini di discussione pubblica, altrimenti più difficili da ottenere.