La storia di Franca Viola

I legali di Melodia insistettero nel difendere il loro assistito sul fatto che la ragazza era consenziente alla cosiddetta “fuitina”, la fuga d’amore che all’epoca era messa in atto dai giovani per convolare a nozze abbattendo le eventuali resistenze dei familiari. Gli stessi avvocati sostenevano che il rifiuto al matrimonio di Franca Viola era dovuto proprio alla contrarietà dei genitori. Alla fine il processo giudicò colpevole il rapitore e i suoi complici. Melodia fu condannato a 11 anni di carcere poi ridotti a 10, con 2 da scontare in un soggiorno obbligato nel modenese. L’uomo venne scarcerato nel 1976 e, due anni dopo, venne ucciso con un colpo di lupara, sempre nei dintorni di Modena. Non si scoprirono mai i responsabili dell’omicidio. Franca Viola divenne così una specie di eroina, un simbolo di libertà ed emancipazione femminile in un’Italia patriarcale. Il suo “No” al matrimonio riparatore la rese un modello da seguire. Divenne famosa in tutta Italia, tanto che nel 1970 il regista Damiano Damiani si ispirò alla sua storia per il film La moglie più bella, con protagonista una giovanissima Ornella Muti. Viola si sposò nel 1968 con un compaesano, il ragioniere Giuseppe Ruisi. Anche questa non fu una scelta facile in quanto la donna, per paura di rappresaglie da parte della famiglia mafiosa di Melodia, provò a respingere Ruisi. I due hanno avuto due figli e hanno vissuto per un periodo a Monreale, prima di fare ritorno ad Alcamo. In occasione del matrimonio l’allora Presidente della Repubblica Giuseppe Saragat inviò loro un regalo di nozze. Sempre nel 1970 Franca Viola fu invitata a un’udienza del Papa Paolo VI. Nella motivazione dell’onorificenza conferita dal Presidente Napolitano i motivi dell’importanza della storia di Franca Viola: "Per il coraggioso gesto di rifiuto del matrimonio riparatore che ha segnato una tappa fondamentale nella storia dell’emancipazione delle donne nel nostro Paese". Passarono comunque anni prima che le cose cambiassero in Italia per questo tipo di fatti di cronaca. L’articolo 544 del codice penale è stato abrogato soltanto nel 1981, a 15 anni dalla vicenda di Alcamo, con la promulgazione della legge 442. Lo stupro invece ha cominciato a essere considerato reato contro la persona, e non più contro la morale, soltanto a partire dal 1996.