Dopo mesi di lockdown forzato a causa della pandemia da coronavirus che ha sconvolto il mondo, è tempo di frenare la paralisi e ricominciare ad essere più vicini. Il 15 giugno rappresenta la data chiave per la maggior parte dei Paesi dell’Unione Europa dove cadranno le restrizioni sugli spostamenti e gli inviti a non viaggiare introdotti a metà marzo, imposti anche rispetto allo spazio Schengen a causa Covid-19. Per l’Italia il poter cominciare di nuovo a circolare liberamente rappresenta il trampolino di lancio per risollevare il Paese e l’economia attraverso il flusso turistico. Del resto, la nostra penisola è stata tra i primi Paesi a riaprire le proprie frontiere ai cittadini europei già dal 3 giugno nonostante la Commissione europea avesse raccomandato l’apertura dal 15 giugno. La scelta italiana è stata seguita anche da Bulgaria, Croazia, Ungheria, Lettonia, Lituania, Estonia, Slovacchia e Slovenia che hanno anticipato la riapertura delle frontiere rievocando le restrizioni per gli stranieri già nei giorni scorsi, sebbene fosse ancora attiva l’allerta nei confronti delle nazioni ritenute non sicure. Tra tutti spicca la Svezia che non ha mai chiuso ai cittadini stranieri, anche in tendenza con la linea morbida mantenuta dal governo nella gestione dell’epidemia sul territorio svedese. Mentre nelle ultime ore è caduto anche l’alert del cosiddetto “sconsiglio” a viaggiare in posti ancora non del tutto covid-free come l’Italia, dando il via libera ai viaggi nei territori dell’Unione Europea.
I VIAGGI IN UE – Un traguardo importante riguarda soprattutto l’Italia che è riuscita a riconquistare nella maggior parte dei casi la fiducia dei paesi europei e a scrollarsi di dosso l’appellativo di luogo “non sicuro”. Tra i primi Paesi che nelle ultime ore hanno fornito i dettagli sulla riapertura delle frontiere c’è la Germania, il cui governo ha eliminato l’allerta per 27 paesi europei tra cui la l’Italia e la Francia. Infatti anche il presidente francese Emmanuel Macron con un discorso alla nazione ha annunciato che la Francia da oggi è considerata “zona verde”, ad eccezione di Mayotte e della Guyana, e può cominciare a “voltare la pagina del primo atto della crisi” provocata dalla pandemia. Riaprono tutti i ristoranti e i bar a Parigi, così come gli asili, le scuole elementari e medie che dal 22 luglio ritroveranno ritmi e obblighi pre-coronavirus. Così la Francia si è accodata alla Germania nella rievocazione delle restrizioni così come il Belgio, i Paesi Bassi, la Repubblica Ceca e la Grecia la quale contrariamente alle rigide regole che aveva fissato in precedenza ha fatto un passo in più riaprendo fin da adesso anche a diversi Stati extraeuropei come Australia, Cina e Corea del Sud.
Altri Paesi invece hanno voluto prendersi qualche ora in più per riaprire totalmente le frontiere come nel caso dell’Austria che ha già aperto alla maggior parte dei vicini ma dal 16 giugno revocherà le restrizioni per altri 31 Paesi, compresa l’Italia, ma esclusi Portogallo, Spagna, Svezia e Regno Unito. In particolar modo la Spagna riaprirà frontiere con gli altri Paesi dell’Unione europea solo il 21 giugno, con l’esclusione del Portogallo. La riapertura quasi generalizzata avrà un effetto immediato e tangibile già sui voli da e per l’Italia. All’aeroporto di Fiumicino è previsto un aumento dei collegamenti in arrivo e in partenza, con cento voli e dodici Paesi europei collegati. A Milano riaprirà invece il Terminal 1 dell’aeroporto di Malpensa con oltre 150 voli.
