“Frida Kahlo – Il senso della vita”: a Sanremo la mostra che offre l’occasione unica di conoscere al meglio l’artista

Gli abiti bizzarri e coloratissimi, gli oggetti che più amava, le lettere autografe, la ricostruzione in scala 1:1 di vari ambienti di Casa Azul – l’abitazione di città del Messico in cui visse fino alla prematura scomparsa -, i gioielli, la proiezione di vari lavori pittorici suoi e del marito. E poi oltre 150 foto scattate da alcuni tra i più grandi fotografi del suo tempo, come Edward Weston, Imogen Cunningham, Nickolas Muray, Lucienne Bloch, e dal suo stesso padre, fotografo tedesco. La mostra “Frida Kahlo – Il senso della vita”, aperta fino al 29 ottobre al Palafiori di Sanremo (Imperia) a cura di Vincenzo Sanfo, è un’occasione unica di approfondire la vita della straordinaria artista messicana, attraverso un percorso sensoriale che ricostruisce il contesto storico e culturale in cui Kahlo si è formata e ha lavorato.

Una donna fuori dal comune, un’artista simbolo che è diventata la rappresentazione stessa del carisma: non bella – sopracciglioni, baffetti, piccola di statura – tormentata dai dolori a causa di un grave incidente avvenuto su un autobus che le spezzò la schiena in tre punti, un matrimonio complicato con il pittore Diego Rivera, è diventata tuttavia un’autentica leggenda già quando era in vita per il suo portamento altero, il talento indiscusso, il suo spirito combattente e l’intelligenza fuori dal comune che la portarono a confrontarsi con alcune delle personalità più interessanti dell’epoca – con cui spesso intrecciò anche relazioni sentimentali – come André Breton, Lev Trockij, Tina Modotti, Chavela Vargas.

L’esposizione parte da un approfondimento del background in cui l’artista crebbe, il Messico post coloniale e rivoluzionario, passando poi agli aspetti più vivaci e caleidoscopici della sua esistenza, testimoniati dai busti che era costretta a indossare e lei stessa dipingeva con fiori a tinte brillanti, per arrivare a raccontare la sua ininterrotta produzione diaristica, che accanto a quella pittorica ha segnato l’urgenza di Kahlo di dare sfogo alla grande ricchezza interiore e alla forza creatrice di questa donna unica. Tra le particolarità esposte, una serie di immagini mai viste prima da poco scoperte nell’archivio privato del suo gallerista americano Julien Lévy; il catalogo originale della mostra che André Breton organizzò per lei a Parigi nel ‘39; infine, un video in 3D che conclude il percorso riproducendo l’incidente d’autobus che la costrinse a 32 operazioni chirurgiche, a una lunga degenza e anche all’uso della sedia a rotelle.