Gaza, vaccini e Leonka agitano il centrodestra: Salvini cavalca, Forza Italia getta acqua sul fuoco

«L’Italia segue con profonda preoccupazione gli sviluppi recenti relativi alle decisioni in merito alla situazione nella Striscia di Gaza e in Cisgiordania e riafferma con fermezza il proprio impegno a favore della pace, della sicurezza e del rispetto del diritto internazionale». La dichiarazione di Giorgia Meloni ricorda però anche che la decisione su Gaza «risponde al disumano attacco terroristico di Hamas del 7 ottobre 2023», provando a trattare con equilibrio una questione rovente.

Servono, d’altronde, diversivi. Perché le acque sono insolitamente agitate – tantopiù in agosto – per la maggioranza. Il caso del ministro della Salute, Orazio Schillaci, agita il governo. Il motivo scatenante è stata la decisione del ministro di azzerare completamente, a Ferragosto, la Commissione consultiva nazionale sulle vaccinazioni (Nitag), istituita solo dieci giorni prima. Tra i membri nominati figuravano due medici con posizioni critiche sui vaccini, accusati di essere vicini al mondo no-vax (Paolo Bellavite ed Eugenio Serravalle). Matteo Salvini ha attaccato duramente la scelta, definendola un «pessimo segnale anche dal punto di vista scientifico e culturale». Ha osservato: «Schillaci ha deciso di testa sua: prima ha nominato la Commissione, poi se l’è auto-azzerata. Evidentemente al ministero c’è qualcosa che non funziona».

Anche Francesco Lollobrigida, ministro dell’Agricoltura, ha provato a difendere la scelta dei nominati, spiegando che «la storia insegna che non sempre il pensiero scientifico dominante è quello giusto. […] Lasciare spazio a tesi diverse e non soffocarle è la strada maestra».
Forza Italia fiuta la tensione nell’aria e non ne vuole sapere di «aprire una crisi sui no-vax», come scandisce il portavoce azzurro Raffaele Nevi ospite de La7. Letizia Moratti, presidente della Consulta nazionale di FI, è ancora più netta: il ministro della Salute, revocando il Nitag, «ha agito nel modo giusto. Il nostro partito sostiene da sempre una linea a favore della scienza e lo ha fatto anche in questo caso. Quando eravamo nel governo Draghi e c’era ancora Berlusconi, la sua linea era di sostenere la politica vaccinale dell’esecutivo».

Forse per voltare pagina, approfittando delle città svuotate dall’esodo per le vacanze, si accelera sul dossier Leoncavallo, portando a termine lo sgombero dello storico centro sociale occupato di Milano. «Bene, ma ora si proceda anche su Askatasuna», fa notare l’ex senatore dem Stefano Esposito, che nella sua Torino ha sempre indicato in Askatasuna il motore delle illegalità: dagli scontri No-Tav alle manifestazioni pro-Pal più violente. Più che a sgomberi episodici, la cabina di regia del ministro degli Interni, Matteo Piantedosi, dovrebbe puntare al contrasto di tutti i focolai di violenza attivi.

Quelli che da Roma a Milano, da Torino a Napoli e ormai sempre più anche nei piccoli centri fanno leva sulle fake news di Hamas per diffondere un odio antisemita, sempre più visceralmente connesso a forme aggressive di protesta. Diffondono odio anche la dottoressa e l’infermiera della Asl della provincia di Arezzo che, in un video, distruggono farmaci oncologici salvavita prodotti dall’azienda israeliana Teva (nei suoi stabilimenti in Italia). La politica – e neanche tutta – condanna, ma il virus dell’odio, come nella “Peste” di Albert Camus, si va ormai diffondendo ovunque. Servirebbe un vaccino anche per questo.