Genova, i pro-Pal picchiano un dipendente dell’Ateneo. Bernini furibonda: i teppisti dovranno pagare i danni

La ministra dell’Università Anna Maria Bernini nell’aula del Senato durante il Question time, Roma, Giovedì 11 Settembre 2025 (Foto Roberto Monaldo / LaPresse) University minister Anna Maria Bernini in the Senate during Question time, Rome, Thursday, September 11, 2025 (Photo by Roberto Monaldo / LaPresse)

Il clima di odio e intolleranza soffoca le università italiane. Dalle richieste di boicottaggio si è passati presto alle aggressioni nei confronti di professori e studenti che osano schierarsi con Israele. Il prossimo passo è la caccia all’ebreo. Le minacce di morte e le intimidazioni rendono ancora più infestato l’ambiente accademico. La situazione potrebbe presto sfuggire di mano. La ministra Anna Maria Bernini segue con la massima attenzione la situazione negli atenei interessati dalle occupazioni. Il caso di Genova è allarmante: un dipendente tecnico-amministrativo è stato aggredito mentre tentava di accedere al rettorato di via Balbi 5. Gravi atti vandalici, danneggiamenti, imbrattamenti e scritte offensive sui muri fanno da cornice.

Bernini è in costante contatto con il Rettore Federico Delfino, a cui ha chiesto di essere aggiornata sulle condizioni del dipendente. E ha colto l’occasione per elogiare il lavoratore dell’Università. Fonti del Mur descrivono la ministra «furibonda», uno stato d’animo inevitabile alla luce degli episodi di violenza. E di certo non resterà a guardare: il Ministero, una volta che le forze dell’ordine e la magistratura accerteranno le responsabilità, chiederà il rimborso dei danni subiti.

Come se non bastasse, durante l’occupazione studentesca pro-Pal a Genova sono apparse le foto della presidente Giorgia Meloni, della ministra Bernini e del Rettore Delfino affisse e usate come bersagli su cui puntare. Immagini dal carattere violento che hanno costretto il Magnifico a presentare una denuncia per interruzione di pubblico servizio e vilipendio delle istituzioni. «Il diritto allo studio è un percorso. Lo stesso percorso che a volte è impedito da chi, per esercitare un diritto di manifestazione, va oltre», ha osservato Bernini. Sono di diverso avviso gli organizzatori della fiaccolata Music For Peace: oggi il corteo passa anche da via Balbi, per esprimere supporto ai collettivi che occupano l’Università a sostegno della «causa palestinese» e della Global Sumud Flotilla.

Il clima tossico non risparmia neanche le aule delle scuole medie. L’ultima denuncia arriva da Angelo Vaccarezza, consigliere regionale di Forza Italia in Liguria, che testimonia lo stato d’animo terrorizzato di una bambina ebrea di 11 anni. A scuola si svolge una lezione sul genocidio e sulla condotta dei militari israeliani a Gaza. L’insegnante invita gli alunni a scrivere su un foglietto il nome di un bimbo ucciso a Gaza e a conservarlo nell’astuccio come monito. La piccola alza la mano: «Scusi, maestra, ma lei lo sa cosa è successo il 7 ottobre? Conosce la storia dei bambini uccisi, molto spesso davanti ai genitori immobilizzati e incapaci di reagire e difendersi?». La docente risponde in maniera sbrigativa: certo, ma quella è un’altra storia e bisogna parlare del genocidio in corso a Gaza. La bimba torna a casa e confessa di essere spaventata: «Mamma, io ho paura. Cosa succede se la maestra scopre che sono ebrea?». Agghiacciante.

Il consigliere Vaccarezza si sfoga contro chi vomita odio generalizzato sui social e in strada, spalancando le porte alla stessa aria che si respirava nel 1938: «Avete fatto partire dal basso le leggi razziali, avete creato ciò che durante il regime non c’era stato: il regime impose le leggi razziali e molti italiani si ribellarono perché sapevano che erano ingiuste. Oggi siete riusciti a convincere tanta gente, state lavando il cervello a tante persone, pensando che odiare gli ebrei sia giusto. Questo è l’antisemitismo latente che ogni tanto esce durante la storia. Noi non vi permetteremo di tornare al 1938, noi resisteremo a questa ondata d’odio e spiegheremo ai nostri figli che quella insegnante è una pessima insegnante».