Gergiev e pro-Pal, radicali in campo. Taradash: “Albanese è indifendibile, stupito da Più Europa”

MARCO TARADASH POLITICO

Incontriamo Marco Taradash, giornalista e storico esponente radicale, già deputato, europarlamentare e consigliere regionale in Toscana. Cofondatore del Partito Radicale, sempre in prima fila per le battaglie liberali e garantiste. È oggi il motore di Europa Radicale, con cui promuove una manifestazione nonviolenta al concerto di Georgiev.

Partiamo da Europa Radicale. Che cos’è?
«Europa Radicale è stata fondata a Torino da Igor Boni, Silvia Manzi e altri militanti provenienti dall’associazione Aglietta e da Radicali italiani. Io ho aderito quandohanno lanciato l’idea di festeggiare a Kiev il 9 luglio, la Giornata dell’Europa. Ho preso parte all’iniziativa. Oggi sono un loro attivista».

E veniamo alla mobilitazione di questi giorni: contestate il concerto di Valery Gergiev in programma domenica 27 luglio nell’ambito del festival Un’Estate da Re, a Caserta, voluto dalla Regione Campania di Enzo De Luca.
«Sarà una manifestazione nonviolenta che avverrà in forme che stiamo decidendo: abbiamo comprato decine e decine di biglietti che stiamo distribuendo anche alle organizzazioni degli ucranini, dei georgiani e dei russi liberi, che hanno aderito, per occupare una parte della platea e delle gallerie e fare in modo che arrivi un messaggio chiaro a chi ha voluto questo concerto».

Una protesta a scena aperta?
«Marco Pannella diceva che i radicali non protestano, manifestano. Esprimeremo il nostro dissenso in un modo che studiamo per far sapere che è stato un errore da parte di De Luca aver rotto il patto che c’è in tutto il mondo: Gergiev ha diretto concerti dove Putin ha invaso, accompagnando con la musica la presenza militare russa. E da personaggio pubblico, da opinion maker sostiene sia le azioni di repressione di Putin in Russia sia le azioni militari fuori dalla Russia».

Ormai lo sanno tutti, lo ha gridato al mondo la vedova di Navalny…
«Yulia Navalnaya ha detto a Repubblica che invitare Gergiev a esibirsi in Italia è stato “un regalo al dittatore” Putin, un tentativo di normalizzare la sua sfera d’influenza tramite la diplomazia culturale. In Russia lo capiscono tutti: il suo predecessore al Bolshoi di Mosca è stato cacciato perché aveva espresso critiche all’invasione ucraina. E per premiarlo come suo fedelissimo, Putin lo ha messo a capo del Bolshoi di Mosca e del Nerminsky a San Pietroburgo. Per la prima volta i due teatri sono diretti da un unico maestro d’orchestra. Gergiev è stato oggetto di analisi da parte del comitato di Navalny per la lotta alla corruzione, è diventato improvvisamente ricchissimo. Si parla di un sostegno generoso di Putin e beni protetti all’estero per centinaia di milioni fuori dalla Russia».

Per questo avete lanciato anche una raccolta firme con migliaia di adesioni.
«E invito tutti a continuare a firmare, perché deve arrivare un messaggio forte e chiaro».

In questi giorni è esploso il caso Francesca Albanese. Più Europa la difende: ho visto una card sui social con cui si schierano con lei…
«Ed è veramente una cosa inaudita. Criticano Trump per le sanzioni Usa su Albanese e al tempo stesso dicono che attacca la giustizia internazionale. Chiunque abbia letto il rapporto fatto da Albanese ha letto parole di antisemitismo: Israele definito come stato coloniale, la risposta di Israele all’attacco di Hamas come genocidio. E invece non una parola sull’eccidio compiuto da Hamas.
Si sa benissimo che Albanese è un attivista pro-Pal e praticamente anche di Hamas: non l’ha mai criticata e ha detto che quella del 7 ottobre era la risposta all’occupazione israeliana».

Un amore corrisposto: Hamas le ha espresso solidarietà.
«Corrisposto anche da tutti gli hamassini italiani che stanno firmando documenti a suo sostegno, a maggior ragione avendo capito che lei vuole la cancellazione dello Stato di Israele che ritiene espressione della logica coloniale del mondo occidentale. Ora, come si faccia a difendere Albanese da parte di chi ha una cultura che non sia quella dell’estrema sinistra e dell’estrema destra? Non so proprio come si faccia ma purtroppo più Europa lo fa».

Ma che è successo a quel partito?
«È la guida di Riccardo Magi. Più Europa con questa segreteria, dopo il congresso vinto grazie a una foltissima rappresentanza campana, esprime queste idee».