Giorgio Armani, a chi andrà l’eredità. L’apertura del testamento, i tre nipoti, la sorella e Leo Dell’Orco

“Ho costruito un progetto che dovrebbe essere seguito da chi verrà dopo di me”. Così Giorgio Armani parlava dell’eredità della sua azienda. Imprenditoriale, certo, ma anche economica. Dopo la sua scomparsa diventerà a breve ufficiale il passaggio di consegne: un patrimonio di 11,5 miliardi – secondo Forbes – che non sarà trasmesso ad alcun erede diretto. Senza quote di legittima da soddisfare, l’imprenditore nel testamento ha infatti potuto disporre con libertà di tutto il suo patrimonio.

I tre nipoti, la sorella e Leo Dell’Orco

Con ogni probabilità saranno i tre nipoti e la sorella, gli eredi. Silvana (69 anni) e Roberta (54) sono figlie del fratello Sergio scomparso anni fa e poi  Rosanna Armani (86) e suo figlio, Andrea Camerana (55 anni, sposato con Alessia Aquilani, che condivide il trisnonno Giovanni Agnelli, con John Elkann). Da considerare anche le disposizioni in favore di Leo Dell’Orco, “che vive da anni insieme a me, e rappresenta la persona a me più vicina” e che luglio del 2019 è diventato presidente del consiglio d’amministrazione della Pallacanestro Olimpia Milano, altro bene che la famiglia Armani si troverà a gestire.

La nuova Giorgio Armani Spa

Ma in riferimento alle parole iniziali che ‘Re Giorgio’ aveva confessato in un’intervista al Corriere della Sera, a fare chiarezza sulla ripartizione dei beni ci potrà essere solo il testamento. L’impero Armani sarà concentrato nella Giorgio Armani Spa, composto da un 99,9% da ripartire e da uno 0,1% facente invece capo alla Fondazione Giorgio Armani. Proprio il Corriere della Sera, al tempo, era stato in grado di rivelare la previsione di sei categorie di azioni nella vita futura della società. Sei tipologie di azionisti nel capitale, tutti uguali davanti al dividendo (con solo «il 50% degli utili netti che verrà ripartito»), ma con diritti di voto differenti. Una pianificazione già pensata nel dettaglio, sia nella «priorità allo sviluppo continuo a livello globale del nome “Armani”», e nella «ricerca di uno stile essenziale, moderno, elegante e non ostentato», ma soprattutto nell’ingresso in Borsa (dove oggi non è presente) per «priorità allo sviluppo continuo a livello globale del nome Armani».