Nel Sì&No del giorno, spazio al dibattito sull’opportunità, o meno, di intitolare una strada a Giorgio Almirante, storico leader MSI, a Grosseto. Abbiamo chiesto un parere al giornalista Mario Lavia, che è contrario, e all’esponente di FI Giovani, Ludovico Seppilli, che è favorevole.
Qui di seguito, l’opinione di Ludovico Seppilli.
Viviamo un’epoca in cui spesso, piuttosto che concentrarci sulle sfide del futuro, ci occupiamo delle guerre al nostro passato. Si pretende, in nome di una dittatura del politicamente corretto (che spesso fa rima con storicamente scorretto), di poter cancellare tutto ciò che secondo alcuni ben pensanti sarebbe contrario ai dettami della società odierna. Il principio che sta dietro a tutto questo è il principio più falso possibile: il progresso temporale visto come una freccia in costante salita positiva. I valori che abbiamo oggi sono per forza migliori di quelli di 70 o 200 anni fa. I canoni con cui esprimiamo giudizi oggi sono per forza più giusti di quelli del secolo scorso, e così via.
Abbattiamo le statue dei generali sudisti negli Stati Uniti, rimuoviamo l’intitolazione alle grandi figure del passato perché, quando era assolutamente lecito e consono (seppur, ci mancherebbe orribile), possedevano degli schiavi. Rinominiamo le strade e le vie a seconda delle esigenze di qualche salotto intellettuale di turno. Come hanno spiegato illustri storici il passato si studia, si comprende, si analizza per evitare di ripeterne gli errori. Ma non si cancella. Anzi, proprio la pretesa di rimuoverne i lati più oscuri è quanto di più antitetico al senso stesso dello studio della storia.
In questo minestrone di cancel-culture, perbenismo moderno e odio per chi siamo stati, conditi da tanta ipocrisia, si inserisce la polemica sull’intitolazione di una Via a Grosseto al fondatore e storico leader del MSI Giorgio Almirante. Perché si intitola una via a qualcuno? Non c’è un dettame di legge preciso in merito, ma tendenzialmente si indicano come motivazioni i meriti nei confronti della Nazione, i ruoli di particolare importanza ricoperti o cose di questo genere.
Fondatore e poi Segretario del più importante movimento politico di destra dell’Italia degli anni 50-90, destinatario di milioni di liberi voti espressi dal popolo italiano. Deputato della Repubblica per 40 anni esatti, Europarlamentare per 3 anni. Questo è stato Giorgio Almirante.
Chi, in buona fede, può avere il coraggio di dire che non sia una figura rilevante nella storia politico-istituzionale del nostro Paese? Chi, avendone sentito un solo discorso, potrebbe mai contestarne la caratura intellettuale di primissimo ordine? Il patrimonio toponomastico di una grande Nazione come l’Italia deve rispecchiare il complesso insieme di pensiero e vicende storiche che ne hanno caratterizzato la storia. Non diventare l’occasione per veti reciprochi che si tradurrebbero nel far perdere il senso stesso della toponomastica. Giorgio Almirante ha avuto ruoli di responsabilità durante la dittatura fascista? Sì, come migliaia di Italiani ed Italiane. Ma ben più rilevante è il percorso politico, sempre all’interno dell’arco costituzionale repubblicano, che lo ha visto protagonista dopo. Tramutandolo anzi nel volto che più ha garantito all’Italia la rinascita di una destra parlamentare, nuovamente nei ranghi del rispetto della democrazia. A qualcuno, che ha combattuto il fascismo più per sostituirlo con un’altra dittatura che con una democrazia, forse non sta bene.
Ma è anche tramite l’attività politica di una persona come Almirante che oggi siamo una grande democrazia dove, checché ne dica qualcuno, destra e sinistra si confrontano nelle urne senza il rischio di derive autoritarie.
Qualcuno ha mai eccepito sull’intitolazione di strade a Sandro Pertini che, prima di essere uno straordinario Presidente della Repubblica, è stato protagonista di vicende non certo encomiabili durante la Resistenza? Qualcuno ha mai seriamente messo in discussione il celeberrimo “Corso Unione Sovietica” che attraversa Torino, portando il nome della più sanguinosa e disumana delle dittature? Qualcuno mai un giorno protesterà per la richiesta di una Via ad un altro grandissimo Presidente, Giorgio Napolitano, che pur nel suo passato applaudiva l’ingresso dei carri armati sovietici a Budapest nel 1956? Ovviamente no.
Perché lo scandaglio del passato vale solo per qualcuno. Ma, almeno sull’intitolazione delle strade, dovrebbero prevalere lucidità e buon senso. Almirante, al netto di passaggi della sua storia che senz’altro si possono detestare e che vanno conosciuti, è stato un grande uomo politico di questa Nazione. Molto ha dato al Parlamento Italiano. Ed è sacrosanto che un Comune abbia il diritto di dedicargli vie, strade o piazze.
