Global Gateway, l’alternativa dell’Ue alla via della Seta cinese: l’ultima possibilità in Africa per superare il gap con i concorrenti cinesi, russi e turchi e

European Commission President Ursula von der Leyen, center, poses with leaders during the Global Gateway Forum in Brussels, Thursday, Oct. 9, 2025. (AP Photo/Virginia Mayo)

Sono stati giorni in cui il continente africano è diventato un protagonista assoluto delle dinamiche globali. Nel mese di novembre, infatti il Sudafrica ha ospitato per la prima volta nella storia il G20, il forum che raduna i 20 paesi più industrializzati, facendo diventare per qualche giorno Johannesburg capitale dei paesi più potenti, del mondo. All’incontro sudafricano mancavano però gli Stati Uniti, perché Donald Trump accusa il governo di Pretoria di mettere in atto un vero e proprio genocidio contro la minoranza bianca degli Afrikaner.

Secondo il presidente statunitense, il governo del presidente Ciryl Ramaphosa vuole espropriare tutte le terre ancora in mano alla minoranza bianca, lasciando mano libera agli estremisti della società sudafricana. L’amministrazione Trump ha anche concesso visti straordinari ai cittadini sudafricani, discendenti dei primi coloni olandesi e tedeschi, che volessero trasferirsi negli Stati Uniti. L’incidente diplomatico è stato piuttosto duro e per questo motivo per la prima volta Washington non ha partecipato al G20.

Subito dopo a Luanda in Angola si è tenuto il nuovo vertice fra l’Unione Europea e l’Unione Africana, dove sono stati affrontati tutti i temi preponderanti il rapporto fra questi due continenti, dal controllo delle migrazioni al sostegno alla crescita, fino alla lotta al terrorismo islamico che sta dilagando nel Sahel. Una settimana molto intensa, dove l’Italia ha messo ancora una volta sul tavolo il Piano Mattei per l’Africa presentando i risultati ottenuti in quasi due anni di lavoro.

L’Unione Europea si è detta molto interessata al progetto italiano e ha rilanciato la proposta del Global Gateway, l’alternativa di Bruxelles alla Via della Seta cinese. Nel Global Gateway sono previsti 130 miliardi di euro per il continente africano, a dimostrazione della sua centralità anche geopolitica. Proprio Pechino riamane però l’avversario da battere nella corsa all’Africa, perché ormai da tempo tutte le infrastrutture chiave come aeroporti, porti ed autostrade sono in mano della Repubblica Popolare cinese. Il confronto con la Cina.appare indubbiamente molto complicata, visto il grande vantaggio che Pechino ha accumulato in vent’anni di presenza costante. L’Europa ha probabilmente l’ultima possibilità per superare il gap con i concorrenti cinesi, russi e turchi e dimostrare di essere qualcosa di più di un nano geopolitico.