Guerra in Ucraina, la controffensiva di Kiev non decolla e dagli Usa critiche e rischio tregua

Le notizie che giungono dal fronte orientale appaiono spesso ambivalenti e parlano dei bombardamenti russi sulle città e i depositi di grano, di attacchi di Kiev fino in territorio russo con droni che arrivano fino a Mosca, di elicotteri bielorussi nei cieli polacchi, di Wagner che minaccia, e di una controffensiva che stenta a decollare. Una situazione che sembra molto vicina allo stallo e che preoccupa anche la Difesa statunitense, che da tempo lancia segnali attraverso “anonime” dichiarazioni sui media.

Nelle scorse settimane il segretario di Stato Anthony Blinken aveva suggerito che le operazioni avevano permesso all’Ucraina di prendere il controllo di quasi la metà dei territori occupati dai russi. Tuttavia il discorso di Blinken è apparso forse fin troppo ottimistico, al punto che negli ultimi giorni alcune fonti del Pentagono hanno espresso i loro dubbi. Alcuni di essi hanno parlato al quotidiano Politico, uno dei più attenti termometri della situazione politica all’interno dei circoli europei e atlantici.

Secondo gli uomini della Difesa Usa, le forze ucraine avrebbero impiegato migliaia di soldati addestrati in Occidente senza ottenere “alcun risultato significativo” sul fronte meridionale.

Delle tre direttrici dell’avanzata di Kiev, quello che desta più ottimismo tra le fila degli alleati ucraini è quello nei pressi di Bakhmut – una delle città martiri dell’invasione russa – dove il fronte è avanzato di alcuni chilometri fino a raggiungere la cittadina di Klishchiivka. Tuttavia alcuni osservatori iniziano a credere che questo possa non essere sufficiente per far sì che la controffensiva sia considerabile un successo. Le operazioni delle forze di Volodymyr Zelensky sembrano essersi intensificate sensibilmente nelle ultime settimane, ma la capacità russa di resistere all’urto delle mosse ucraine non appare scalfita, complice anche la quantità di uomini a disposizione di Mosca ma anche del tempo, sfruttato dai comandi russi per rafforzare tutte le linee difensive lungo il fronte.

Anche la Cnn ha recentemente posto l’accento sulle difficoltà dell’avanzata ucraina. Il contrattacco di Kiev, secondo l’emittente Usa, risente soprattutto di una resistenza russa che a molti appare spesso difficile da comprendere o che – secondo altri – è stata sottovalutata dagli strateghi del Paese invaso. Ad avere assunto un peso rilevante nel frenare l’avanzata ucraina è soprattutto la potenza missilistica di Mosca, che continua a bombardare non solo le città ma anche la prima linea nemica, costringendo così a cambiare i piani per evitare un gran numero di perdite. Il problema è paradossalmente lo stesso che aveva l’esercito occupante durante le prime fase dell’offensiva. Avanzare richiede un gran numero di uomini, più alto dei difensori, e un’adeguata copertura aerea.

Ma quello che risulta decisivo è anche il fatto che rimanere trincerato in difesa, tra campi minati, fortificazioni e un fronte ridotto rende più “facile” il lavoro di chi non deve muoversi e scoprirsi per attaccare. L’impressione dunque è che in attesa di un possibile utilizzo di altre brigate disponibili da parte ucraina, la controffensiva possa cristallizzarsi più o meno con queste ultime conquiste territoriali, anche perché la finestra temporale potrebbe esaurirsi con la fine dell’estate.

Gli analisti e i politici occidentali predicano cautela, chiedendo di non aspettarsi risultati eccessivi e rapidi da un’operazione estremamente complessa come quella che sta attuando l’esercito di Kiev. Ma i segnali che giungono dalla stampa Usa e non solo non nascondono i timori palesati anche da alcuni membri del governo Zelensky, e cioè che un eventuale fallimento della controffensiva e tempi troppo lunghi avrebbero potuto provocare negli alleati dei dubbi. Dubbi che per molti si potrebbero trasformare in richieste di tregua e in un congelamento di fatto del conflitto. In questo senso il prossimo incontro a Gedda, in Arabia Saudita, potrebbe già essere indicativo di nuove dinamiche.