Guerra in Ucraina, Sisci: “La Russia continua a combattere per non ammettere la sconfitta e la Cina è finita nella trappola di Putin”

“La Russia continua a combattere per non ammettere la sconfitta e la Cina è finita nella trappola di Putin”. Francesco Sisci, sinologo, già corrispondente del Corriere della Sera e de La Stampa, commenta con il Riformista la guerra in corso in Ucraina.

Il Ministro degli Esteri Wang Yi a Bruxelles ha dichiarato che la Cina intende evitare la sconfitta della Russia in Ucraina. Di fronte a questa posizione i paesi europei hanno un’arma potente nelle loro mani: non potrebbero sospendere il negoziato per nuovo accordo commerciale Cina/Ue?
«Innanzitutto il dettaglio, non siamo totalmente sicuri che Wang Yi abbia detto proprio questo. Sappiamo, dalle notizie di stampa, che lo scambio di idee con il ministro degli esteri UE Kallas, è stato vivace, e di certo c’erano profonde differenze di opinione sulla guerra in Ucraina. Ma al di là di cosa Wang Yi abbia detto o meno, c’è una distanza importante tra UE e Cina sulla guerra. La distanza esiste ormai da tre anni, e la Cina è il principale partner economico della Russia. Forse senza la Cina, Mosca sarebbe già crollata. Questo mostra che c’è un problema dei paesi UE con la Cina. Di fronte a questo è difficile e forse non utilissimo minacciare ritorsioni. Credo che sia invece prima necessario coordinare la politica e strategia dei paesi europei verso la Cina. Altrimenti la voce della UE semplicemente non prende forma. Questo scambio dimostra la necessità di un centro di coordinamento europeo sulla Cina».

Il Presidente Trump ha preso atto che Putin continua i bombardamenti, non accetta le proposte americane. Ritiene che per l’ennesima volta cambierà idea o deciderà per l’adozione di sanzioni e nuovi Patriot per la difesa aerea dell’Ucraina?
«Mi sembra che in America sia in atto un ripensamento. Naturalmente non so quanto profondo e quando e in che misura porterà frutti. E’ comunque importante anche tenere aperti canali di dialogo con la Russia. Ma forse a Washington si fanno ora meno illusioni. Comunque nei fatti il peso della guerra, politico, economico e militare, si sposta sui paesi europei».

C’è una forte interdipendenza tra Europa e Cina in particolare con Germania e Francia. A livello bilaterale come si stanno evolvendo i rapporti?
«L’interdipendenza è anche maggiore tra Cina e Stati Uniti. Credo che tutti vogliano trovare una soluzione pacifica ai tanti problemi sul tavolo. Mi sembra però che i problemi aumentino e non diminuiscano».

FRANCESCO SISCI GIORNALISTA

Nel settore specifico delle auto elettriche ritiene che la Cina aumenterà in modo consistente la sua quita nel mercato europeo?
«Se la UE non pone delle barriere, certamente. I veicoli elettrici cinesi hanno di gran lunga il miglior rapporto prezzo-qualità del mondo. Se si somma questo alle facilitazioni che gli EV hanno in molti paesi europei (permesso di entrare nel centro storico di Roma per auto elettriche per esempio), di certo molti produttori automobilistici europei potrebbero avere difficoltà».

In Italia le relazioni economiche con la Cina si stanno espandendo. Alcune aziende hanno fatto accordi importanti penso a Stellantis (terre rare), Sparkle (reti digitali sottomarine), Italpress (media e TV cinese di Stato) e qualcosa potrebbe nascere anche per il ponte sullo stretto. Si tratta di intese in qualche modo collegate alla preoccupazione per l’incertezza creata da Trump nel mercato globale?
«Temo siano scelte che guardano la convenienza economica (che c’è senz’altro) ma dimentichino il quadro politico generale. Molti paesi europei importatori di petrolio e gas dalla Russia si rifiutavano di vedere la realtà della prossima invasione dell’Ucraina e della pericolosità di questa loro esposizione alla Russia. Si sono fatti molto male, un dolore che poteva essere evitato con un’analisi fredda. Se il medico mi dice che c’è un pericolo di malattia se continuo a fumare, posso fumare, ma sapendo che un cancro ai polmoni non è certo ma molto probabile. Per la Cina sta accadendo la stessa cosa? Nulla è uguale, certo, ma ci sono delicate similitudini. I rapporti economici vanno benissimo, ma ci dovrebbe essere una vera e fredda guida politica, altrimenti tutti rischiamo il cancro. Non si può pendolare tra la minaccia alla Cina di ritorsioni commerciali per il supporto alla Russia a rapporti commerciali idilliaci con la Cina stessa, come se intorno non stesse accadendo niente».

Perché hai scritto che su Ucraina la Cina è finita nella trappola?
«Perchè la Cina appoggia la Russia, e la Russia è in una situazione insostenibile. La Russia ha già perso da tempo, in realtà continua a combattere per non ammettere la sconfitta».