A due giorni dagli attacchi di Hamas contro Israele, attraverso l’operazione denominata “Alluvione al-Aqsa”dove sono stati lanciati in un primo momento 5.000 razzi dalla Striscia verso Israele, seguiti dall’ingresso di miliziani armati sul territorio, il bilancio è di almeno 700 morti israeliani (raccapricciante la strage nel deserto durante il rave party) e 400 palestinesi, migliaia di feriti (almeno 4mila) e decine di ostaggi, (100 secondo fonti israeliani, 500 secondo fonti non ufficiali), tra cui americani e tedeschi. Una delle strage di civili più grave della storia con Israele ha dichiarato lo stato di guerra, con una colonna di tank diretta verso Gaza e con fonti americane che prevedono in 24-48 ore (a partire dalla serata di domenica 8 ottobre) una operazione via terra a Gaza da parte dell’esercito d’Israele. Situazione incandescente a livello internazionale con l’Iran che alimenta le organizzazioni fondamentaliste islamiche come Hamas ed Hezbollah, presente in Libano. Ad Alessandria d’Egitto, domenica, due turisti israeliani e la loro guida sono stati uccisi da un poliziotto con Israele che ha chiesto ai suoi cittadini di abbandonare l’Egitto.
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