Hoara Borselli, il tweet sul gelato e gli attacchi sessisti: “I giovani devono mettersi in gioco non lavorare gratis”

“I giovani non devono lavorare gratis ma dimostrare di avere voglia di mettersi in gioco”. Dopo giorni di polemiche e attacchi ricevuti per un tweet sul mondo del lavoro, Hoara Borselli, opinionista e giornalista del Riformista Tv, torna sull’argomento e, insieme ai direttori Piero Sansonetti e Paolo Liguori, analizza lo shit storm che haters, colleghi, compagni di scuola e personaggio del mondo dello spettacolo le hanno riservato per aver espresso un’opinione.

Nel corso di ‘Fatela Finita‘ sulla piattaforma televisiva del Riformista, Paolo Liguori subito prova a rompere il ghiaccio: “Non aspettavo altro per chiederti di questa bagarre che si sta scatenando su di te (e sulle patatine…). Noi che siamo garantisti con tutti, soprattutto con te che sei un punto di forza nella nostra redazione, vogliamo sapere di te, della vera Hoara”. Che spiega come è nato tutto: “La vera Hoara una sera pensa di fare un tweet. Un tweet nato da un discorso fatto con un ristoratore che mi ha raccontato di aver difficoltà a reperire dipendenti. Lui – chiarisce – offre un contratto in regola a 1700 euro al mese ma non riesce a trovare nessuno; si sono presentati due ragazzi, hanno chiesto se si lavora ad agosto, se avevano la domenica libera e poi se ne sono andati. Allora io mi sono ricordata di quello che facevo quando avevo 15 anni e andavo al mare con mia madre. All’epoca c’era un chioschetto gestito da un signore e io, quando in spiaggia mi annoiavo, mi recavo lì, una, due ore, davo una mano a fare i caffè, mi divertivo, imparavo anche un mestiere, senza obblighi e orari. Quando poi mi stancavo prendevo un gelato, delle patatine e tornavo in spiaggia. So di aver lanciato un messaggio forte, provocatorio, mi è tornato questo tsunami indietro. Ho detto: bisogna partire dal basso, bisogna avere fame anche di imparare qualcosa. Io, evidentemente a 15 anni avevo voglia di imparare. Questo è bastato per farmi dire che sono stata schiavizzata e che lanciando questo messaggio sono una schiavista”. Poi precisa: “Quando nel tweet dico “bisogna partire dal basso”, in realtà intendo che dovrebbe ritornare quella fame di imparare un lavoro prima della pretesa economica”.

Sulla vicenda interviene poi il direttore Sansonetti: “Credo che ci sia una questione molto seria, che riguarda un problema molto serio quello dei diritti dei lavoratori, che però non mi sembra che tu abbia poi voluto toccare, perché tu raccontavi un ricordo giovanile. Una questione è quella dei diritti dei lavoratori, l’altra questione probabilmente sei tu, che poni delle questioni provocatoriamente, perché hai la tua personalità, tutto questo forse genera un odio che, effettivamente, leggendo quei
messaggi, è impressionante. E’ possibile parlare pubblicamente di questioni molto serie senza cadere nell’odio, nella rabbia? Io ieri ho difeso Hoara con un tweet, definendo leoni chi l’attaccava, perché io non ricordo le loro battaglie per i raccoglitori di pomodoro, e non ricordo nemmeno voi giornalisti quando i vostri editori vi pagavano 4 centesimi a riga. E invece vedete Hoara e l’attaccate. Detto ciò, hai fatto una stronzata o no?” chiede senza mezzi termini.

““No – replica la giornalista – io rivendico quello che ho detto perché secondo me è importante. L’unica cosa che mi ha dato fastidio è essere stata fraintesa. ‘Hoara dice che i ragazzi devono lavorare gratis’, no, assolutamente non è quello che intendevo. Quindi può essermi dispiaciuto che sia arrivato un messaggio diverso rispetto a quello che volevo io” aggiunge. “Noi non lanciamo messaggi – interviene Liguori – noi diamo la nostra opinione. Sei una donna bella, di cui compaiono immagini belle, che eccitano i sessisti di tutta Italia. Sei anche diventata famosa, quindi se tu lanci un determinato messaggio ti ritorna indietro come artiglieria”.

Dopo il chiarimento, si entra nel vivo della questione con la domanda di Sansonetti: “Parliamo di cose serie. Sei favorevole al salario minimo?”.

“Piero – risponde Borselli – io ritengo sacrosanto che una persona che lavora debba essere retribuita in maniera congrua. Ed è vero anche che oggi poniamo la discussione sul salario minimo ma poco su chi da’ il lavoro. Dobbiamo mettere il datore di lavoro nella condizione, anche economica, di poter dare di più. Perché, quando diciamo che al dipendente diamo 1300 euro, quanto costa però quel lavoratore al dipendente?”

Poi Sansonetti chiude: “Mi dispiace quando a fare la voce grossa sono i giornalisti, che magari devono dimostrare di avere le palle, poi in realtà non è vero. Comunque dietro a questa vicenda c’è un problema molto serio, è quello sui salari. In Italia sono i più bassi d’Europa, ci sono i lavoratori poveri e questa è una questione enorme. C’è anche una questione di sindacati, sindacati che sono sempre più deboli. Non si può e non si devono mischiare le due cose”.

E Liguori puntualizza: “Poi in Italia c’è moltissimo sessismo: una donna che non si fa pagare è una cretina che teorizza che bisogna farsi sfruttare. Una donna si fa pagare “eh quella si fa pagare”…Insomma, c’è del sessismo brutale. E’ inutile fare le leggi se poi i social ti dimostrano che c’è una componente popolare che va al di là di tutto”.