I Boy Scout d’America dichiarano bancarotta, travolti dalle cause per abusi sessuali

I Boy Scouts of America hanno presentato domanda di bancarotta a causa di una raffica di richieste di risarcimento presentate da ex boy scout che hanno denunciato di aver subito abusi sessuali.

L’organizzazione potrebbe essere costretta a vendere alcune delle sue vaste proprietà immobiliari per raccogliere fondi per un fondo di compensazione che potrebbe superare 1 miliardo di dollari. La bancarotta riguarda però soltanto l’organizzazione a livello nazionale, non le sedi locali che sono legalmente distinte. Con queste infatti i Boy Scouts of America continueranno la loro missione nata nel 1910 e che che conta 2,2 milioni di membri tra i 5 e i 21 anni.

“I programmi di scouting continueranno durante questo processo e per molti anni a venire – hanno dichiarato i boy scout in una nota. “I consigli locali non stanno dichiarando fallimento perché sono organizzazioni legalmente separate e distinte”.

“Bsa si preoccupa profondamente di tutte le vittime e si scusa sinceramente con quanti furono colpiti mentre erano scout. Siamo indignati dal fatto che vi sia stato un tempo in cui persone si sono servite dei nostri programmi per colpire bambini innocenti”, ha dichiarato Roger Mosby, presidente dei Boy Scout of America.

Come spiegato lo scorso anno dall’avvocato delle vittime Jeff Anderson, più di 12mila membri dei Boy Scout hanno subito abusi sessuali dal 1944. In un caso giudiziario del 2012 è anche emerso un file con 7.800 presunti autori di abusi sessuali, una documentazione nota come “file di perversione” che elenca i capi scout o i capi delle truppe accusati di abusi sessuali.