I confinati del ventunesimo secolo

Sono migliaia i migranti che muoiono in mare e lungo le rotte della disperazione, scappando dalla guerra, dalle persecuzioni e dalla fame alla ricerca di condizioni di vita dignitose in Europa. E poi ci sono quelli che riescono ad arrivare alle porte dell’Europa, ma le trovano sbarrate. Respinti, non possono andare avanti né indietro. Si ammassano nei paesi di confine, dove vengono allestite strutture che non hanno nulla a che vedere con l’accoglienza.

Sono zone franche del diritto, con la sola funzione di contenere, spesso in condizioni estreme, le vite precarie di uomini, donne, bambini. La rete Rivolti ai Balcani li definisce “campi di confinamento” e alla questione dedica un convegno internazionale, mettendo al centro le responsabilità dell’Ue. “Parliamo della sorte di milioni di persone”, spiega Gianfranco Schiavone dell’Asgi. L’appuntamento è per oggi e domani 8 maggio a Zugliano (Udine). I lavori si potranno seguire anche online. Programma e informazioni su www.rivoltiaibalcani.org.