I talebani vogliono processare il Principe Harry: “Ne ho uccisi 25 come pezzi degli scacchi”

Non ha fatto infuriare soltanto il Re Carlo III suo padre, il fratello il Principe William, ogni altro membro della Royal Family e simpatizzanti vari. Con le rivelazioni della sua autobiografia The Spare, tradotta in Italia come Il minore e pubblicata da Mondadori, e già in vetta a tutte le classifiche possibili e immaginabili di vendita, il Principe Harry ha fatto infuriare anche i talebani. Che adesso chiedono che il duca di Sussex venga processato dalla comunità internazionale. E per crimini di guerra.

Spare è uscito oggi, oltre 500 pagine che tra gossip, rivelazioni e versioni già sentite o edulcorate e controverse sta riempiendo i media di tutto il mondo. E oltre ai rapporti complicati con la famiglia, al trauma per la morte della madre Lady Diana, ai litigi con il fratello, Henry ha raccontato anche le sue esperienze in Afghanistan quando era pilota degli elicotteri Apache dell’esercito britannico. Dopo l’attacco alle Torri Gemelle a New York dell’11 settembre 2001 e l’invasione e la destituzione del regime dei talebani – che l’anno scorso, dopo vent’anni, è tornato al potere a Kabul dopo la ritirata degli statunitensi e delle altre forze occidentali concordata in Qatar – il duca aveva servito nel Paese tra il 2007 e il 2008 e tra il 2012 e il 2013.

Harry ha raccontato di aver ucciso 25 talebani. Cruda la maniera in cui ha descritto quelle azioni: il principe ha detto di aver pensato ai suoi obiettivi come fossero “pezzi degli scacchi” e non esseri umani.

A rispondere alle dichiarazioni il Mullah Abdullah, che nel 2011 ha perso nove membri della famiglia, nel 2011, quando un missile britannico ha colpito la sua casa, nella provincia di Helmand. “Chiediamo alla comunità internazionale di processare questa persona e di risarcirci per le nostre perdite: abbiamo perso la nostra casa, la nostra vita e i nostri familiari, abbiamo perso i nostri mezzi di sussistenza e anche i nostri cari”. A replicare anche Nabi Akaa, vittima nella stessa provincia di una tragedia simile: 11 membri della sua famiglia, la maggior parte dei quali donne e bambini. “Quando è successo, qui c’erano le forze britanniche, gli americani allora non c’erano ancora. Un aereo ha sorvolato il villaggio e, mentre stavamo cenando, è tornato indietro e ha puntato su quella casa laggiù, la casa era piena di donne e bambini … Per un’ora intera abbiamo sentito piangere e poi è calato un silenzio terribile”.

Anas Haqqani ha scritto sul suo profilo Twitter: “Signor Harry! Quelli che ha ucciso non erano pedine su una scacchiera, erano uomini che avevano famiglie che stavano aspettando il loro ritorno“. E ancora: “La verità è quella che dite voi: i nostri innocenti erano come pedine degli scacchi per i vostri soldati e per i vostri leader militari e politici. Ma nonostante tutto, avete perso in questo ‘gioco’“.

Il principe Harry ha servito l’esercito per circa un decennio. Ha dichiarato di non aver provato soddisfazione ma neanche vergogna per quelle azioni militari. Per il colonnello in congedo Richard Kemp, ex comandante delle truppe britanniche in Afghanistan, è particolarmente pericoloso affermare l’idea che i soldati di sua maestà vedono i loro nemici come “meno che umani”, in quanto così vengono esposti a possibili attacchi durante le missioni all’estero.

Da mezzanotte code davanti alle librerie in tutto il Regno Unito per comprare il libro, scritto dal principe con il fuoriclasse dei ghostwriter J. R. Moehringer, primo nelle classifiche dei bestseller su Amazon, destinato a diventare uno dei libri più venduti dell’anno. La pubblicazione è stata concordata in contemporanea mondiale al 10 gennaio. Grande hype intorno al caso editoriale del momento nonostante le tante rivelazioni tra serie tv e interviste e alcuni frammenti trapelati ai quotidiani. Durissimi i tabloid contro il duca. Per un sondaggio YouGov la popolarità di Harry tra il pubblico britannico è scesa a un minimo storico: il 64% ora ha una visione negativa di lui.