Il calvario di Matachione, le accuse dell’ex moglie, il carcere e la distruzione delle sue farmacie: “Quanto ho penato”

Settanta giorni in una cella del carcere di Poggioreale e venti agli arresti domiciliari. Le farmacie di famiglia svendute, un impero disintegrato da picconate di accuse tutte infondate. E poi la gogna mediatica e una serie di assurdi e pericolosi intrecci che hanno rappresentato per nove anni la trama di inchieste inconsistenti, basate non su prove ma sul fango. «Ho vissuto nove anni di inferno. Nessuno mi ha chiesto scusa», afferma Nazario Matachione che oggi si è ricostruito una carriera alla guida della Polaris Farmaceutici di recente premiata per il progetto Flogap.

La storia di Matachione, l’ex re delle farmacie prosciolto da tutte le accuse che in questi nove lunghi anni hanno stravolto la sua vita personale e professione e distrutto un impero che fatturava milioni di euro, è la storia di un errore giudiziario intricato, di indagini sbagliate che si sono sommate le une alle altre intrecciandosi sia il piano penale che fiscale. Tutto era partito dalle accuse dell’ex moglie dell’imprenditore con la quale i rapporti erano «non certo sereni». Lo sottolinea il giudice Antonello Anzalone del tribunale di Torre Annunziata che due giorni fa ha firmato il decreto di archiviazione, smontando definitivamente l’inchiesta per corruzione a carico di Nazario Matachione.

L’archiviazione era stata chiesta dal pm della Procura di Torre Annunziata Bianca Maria Colangelo, che aveva ereditato l’indagine nata da una costola dell’inchiesta avviata nel 2013 dai pm Henry John Woodcock, Vincenzo Piscitelli e Celeste Carrano della Procura di Napoli, i quali inizialmente avevano creduto all’ex moglie di Matachione così come avevano creduto a una fonte confidenziale rimasta sempre sconosciuta che aveva fatto trovare dei documenti nella camera da letto degli ex coniugi oltre un anno dopo la mega perquisizione ordinata dai pm stessi (e all’esito della quale non era stato trovato nulla) e senza tener conto che in quella camera, al quarto piano della grande villa rimasta all’ex moglie, Matachione non ci metteva piede da anni. Si arrivò a ipotizzare una corruzione che coinvolgeva addirittura due alti ufficiali della guardia di finanza: alla fine, tutto si risolse in una bolla di sapone e il pm Piscitelli firmò la richiesta di archiviazione per l’imprenditore e per i finanzieri.

Intanto Nazario Matachione aveva già subìto una terribile gogna e due mesi di reclusione a Poggioreale, arresto che il gip Gallo annullò perché non c’erano i presupposti per eseguirlo in quanto non c’era alcun atto contrario ai doveri di ufficio tra le contestazioni alla base dell’ipotesi corruttiva. Ingiusta detenzione, e non è tutto. La vicenda giudiziaria di Matachione è talmente complessa che ci vorrebbero pagine e pagine per raccontarla tutta. Un anno prima dell’arresto cento finanzieri misero a soqquadro i conti delle sue farmacie senza trovare nulla di irregolare: si affrettarono a chiudere le verifiche fiscali e notificargli un provvedimento solo quando era ormai in cella e da contribuente non poteva intervenire per fare chiarezza.

Lo fece una volta scarcerato, abbattendo l’80% delle contestazioni fiscali che la guardia di finanza ipotizzava, ed è sicuro, Matachione, che se non fosse intervenuta una repentina chiusura della pratica avrebbe dimostrato la regolarità anche del restante 20%. Sta di fatto che gli contestarono un’evasione plurimilionaria come se le sue farmacie avessero fatturato 500mila euro al giorno, peccato però che i curatori fallimentari le abbiano poi vendute a un milione e mezzo di euro, svendute praticamente. Un controsenso, no? E non è l’unico di questa storia. Un paio di farmacie di Matachione furono acquistate all’asta dall’ex moglie, altre da colossi farmaceutici e ci sarebbe da aprire un capitolo anche su questo e su alcune manovre di alcuni di questi acquirenti.

«Ho trovato più umanità in carcere che fuori», racconta Matachione ripercorrendo la sua storia. L’archiviazione decisa dal gip di Torre Annunziata chiude l’ultimo capitolo sul piano penale, quello relativo a infondate corruzioni in combutta con medici di base. Ora resta da definire la vicenda fiscale e tributaria che, tra paradossi di legge e pratiche assurde, è andata avanti nonostante le assoluzioni sul fronte penale. Matachione è intenzionato a fare causa allo Stato per come guardia di finanza e funzionari dell’Agenzia delle entrate hanno gestito la vicenda. «Non so chi mi dà tutta questa forza», sospira.