Il coraggio di Salvini, una proposta ardita e saggia

Abbiamo sollecitato proprio un lavoro comune su alcune questioni di economia e sviluppo. E questi nodi Salvini li ha elencati, sono cinque: risparmio, infrastrutture, burocrazia, giustizia e tutela della salute. Che potrebbero diventare sei, aggiungendo le politiche femminili.  Il comitato evocato da Salvini dovrebbe condividere le “regole di base” ma potrebbe benissimo concordare una vera e propria spina dorsale di un’azione di governo che, a prescindere da chi si alternerà alla guida del Paese, dovrà vedersi garantita una forte continuità, ingrediente oggi drammaticamente assente dalle scelte strategiche che riguardano il Paese. Non è impossibile trovare un accordo di massima su questi temi. Sul resto, poi, dalla sicurezza alla scuola, dalla difesa alle tasse, dalla cultura all’ambiente, ogni partito porti avanti programmi coerenti con la propria identità e si faccia misurare dall’elettorato. È ragionevole che Salvini, leader del primo partito italiano, abbia preso un’iniziativa di questo tipo. È altrettanto ragionevole sarebbe che le altre forze politiche rispondessero all’appello. A partire da Matteo Renzi, che infatti ha fatto pervenire segnali di apertura. L’affinità, certo non politica ma sicuramente generazionale, fra i due Matteo ha un valore importante, così come la consapevolezza di entrambi che siamo in un momento molto delicato ma anche pieno di opportunità per avviare un percorso di risanamento nel rapporto fra i poteri dello Stato. Risanamento senza il quale non può esserci nessun futuro ma solo caos crescente. E questa è un’occasione anche per la giovane classe dirigente del Movimento 5 Stelle, obbligata a uscire dall’angolo del proprio ottuso approccio moralistico e teorico se vuole salvarsi dall’uscita di scena definitiva. Anche Forza Italia e Berlusconi, che hanno nel loro dna la concretezza e la capacità di includere e di costruire realtà ambiziose, potrebbero apportare un contributo importantissimo. Ogni forza politica rappresentata in Parlamento avrebbe un interesse a farsi parte attiva in questo percorso. Deve aprirsi una partita generazionale, i 40-50enni di oggi impegnati in politica e non solo devono prendersi la responsabilità di giocare le loro carte e il buonsenso dice che potranno farlo solo scompaginando per un po' gli assetti che hanno ereditato e scompaginando per un po' anche se stessi. Non si rigenera la politica se non si rigenerano le persone che la fanno. Cominciamo subito, l’invito parte anche dal Riformista. Basta cominciare a camminare. Poi la strada si trova da sé.