Se non basta il governo centrale, valga il concorso con i governi locali, ma sempre governi, e, per gli esperti, valga il ricorso alle organizzazioni della comunità scientifica internazionale. L’intero sistema delle comunicazioni di massa viene allora reclutato in una sorta di diffuso embedded. La scelta è diventata così politicamente inattaccabile nella sfera istituzionale e le forze politiche sia di maggioranza che di opposizione vengono sospinte a radunarsi nello stesso spazio attorno al “già deciso” e a quel che si può decidere secondo compatibilità. Esse vengono indirizzate verso il governo più consono al nuovo assetto politico in formazione, quello in cui vengano banditi conflitti e critiche. Ha un qualche peso il fatto che si stia affermando da noi il modello decisionale cinese. Da sinistra a destra, immemori tutti anche delle ragioni dell’anticomunismo democratico, sembra farsi strada il sogno cinese. La Cina è vicina. E la figura del super commissario può diventare la spia della provinciale invidia di un Xi Jinping «che ha il cuore puro come quello di un bambino e pone sempre il popolo al centro delle sue priorità». I contrasti tra governo e opposizione, che peraltro rispondono più a persistenti ragioni di schieramento che a ragioni propriamente politiche, stanno comunque dentro questa cornice. Quando il conflitto scoppia, come oggi nelle carceri, a indicare un gigantesco problema di società, drammaticamente irrisolto, esso viene relegato nella patologia, fuori dalla norma, quando invece esso è una spia che rivela la patologia della norma. È la spia che questa società, la società della crisi, della diseguaglianza e della impossibilità permanente di accedere a una vita degna, non reggerà neppure l’assetto neo-autoritario della società d’eccezione. Allora bisogna cominciare fin da ora, dentro questo regime, a dire che il re è nudo e che bisogna organizzare pensiero e azione per un radicale cambiamento del modello generale di società. Giusto il contrario della volontà politica di tornare al pre-virus, quello della conservazione dell’esistente. Con questo pensiero di alternativa bisognerebbe saper rompere radicalmente nella politica, ora che la natura sembra ribellarsi a questo modello di società e ora che le conseguenze delle politiche di austerity hanno minato la capacità delle nostre società di reagire alla malattia, indebolendo il servizio pubblico dalla sanità alla scuola, malgrado le sue alte capacità ancora esistenti all'interno di resistenza e di azione sociale. Prima che sia troppo tardi.
Il Coronavirus ha travolto politica e democrazia come in una eutanasia
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