Il 26 agosto, la presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola sarà ospite di Letizia Moratti nella comunità di San Patrignano, di cui la famiglia Moratti è storica sostenitrice. Un incontro che non è solo frutto di un rapporto stretto tra le due politiche, ma rappresenta la punta di una strategia più ampia che vede nell’europarlamentare milanese una delle grandi tessitrici di rapporti a livello europeo per Forza Italia. Moratti, presidente della Consulta nazionale del partito, è protagonista di una rete di relazioni che va ben oltre i tradizionali confini della politica italiana. Stando alle confidenze di ben informati negli ambienti di Bruxelles e Strasburgo, la ex sindaca di Milano intrattiene ad esempio ottimi rapporti con la spagnola Dolores Montserrat, vicepresidente e figura di riferimento del PPE.
Il nuovo corso suggerito da Marina Berlusconi
Particolarmente significativo è il terzetto di ex ministre che si dice si frequentino e confrontino regolarmente: oltre a Moratti, la francese Nadine Morano e la spagnola Pilar del Castillo Vera. Tre donne di peso, tre curriculum di governo, tre visioni che si confrontano sui grandi dossier europei. Una geometria di influenze che permette a Forza Italia di avere anche canali privilegiati con Madrid e Parigi, rafforzando il posizionamento del partito nel panorama continentale. Questa attività diplomatica informale non solo rientra, ma costituisce uno dei punti cardine del nuovo corso condiviso – pare – suggerito personalmente da Marina Berlusconi. La primogenita del Cavaliere troverebbe in Moratti la figura ideale per costruire quella credibilità internazionale che Forza Italia vuole utilizzare come leva per affermare un ruolo guida nella politica nazionale.
Il primo esempio concreto di questa strategia è rappresentato dal dossier sulla sanità. Non a caso, anche questo tema è ispirato proprio da Letizia Moratti. L’idea è quella di scavalcare le tradizionali intese tra alleati di governo, proponendo riforme organiche che costringano Fratelli d’Italia e Lega a riconoscere un ruolo guida di Forza Italia che vada oltre i numeri parlamentari e i sondaggi. La riforma del sistema sanitario rappresenterebbe così il primo banco di prova di una nuova assertività azzurra, basata sulla qualità delle proposte e sulla credibilità delle figure che le sostengono. Una strategia che punta a posizionare il partito come forza di governo. Ma la rivoluzione non si ferma ai rapporti internazionali. Fonti interne al partito rivelano che Forza Italia starebbe preparando un significativo ricambio generazionale.
Il ricambio generazionale in Forza Italia
I congressi previsti per la primavera prossima, dovrebbero vedere l’inserimento nell’organigramma di volti nuovi, pescando anche dalla militanza giovanile più preparata e motivata, oltre a far avanzare una “seconda linea” radicata sui territori, in vista degli appuntamenti elettorali. L’obiettivo è creare una classe dirigente che sappia coniugare l’esperienza con l’energia e la competenza di una nuova generazione di amministratori e professionisti. Un rinnovamento che dovrebbe interessare quindi tutti i livelli del partito, dai coordinamenti territoriali ai dipartimenti tematici, passando per le rappresentanze istituzionali. Il modello Moratti, in questo senso, diventa paradigmatico: competenza specifica, rete di relazioni internazionali, capacità di dialogare con mondi diversi mantenendo salda l’identità liberale e popolare. Un profilo che la stessa Marina Berlusconi potrebbe voler vedere moltiplicato nei quadri azzurri.
Il progetto di Marina Berlusconi
In questo contesto si inserirebbe anche il progetto di una fondazione con una rete di relazioni europee e atlantiche, focalizzata sui grandi dossier continentali dalla transizione digitale alle politiche migratorie. Marina Berlusconi, stando a indiscrezioni, starebbe immaginando una struttura di ricerca e proposta che possa posizionare il partito come interlocutore privilegiato delle cancellerie europee. Il progetto non è casuale. Marina ha dimostrato nelle sue recenti dichiarazioni pubbliche una visione politica chiara e moderna, particolarmente sui diritti civili e sul ruolo dell’Europa. Un think tank internazionale permetterebbe di consolidare questa leadership intellettuale traducendola in proposte concrete e reti di influenza.
Tra le indiscrezioni che circolano, c’è anche quella che riguarda i vertici parlamentari. “Pure fantasie” sono, secondo un deputato dirigente del partito, le voci che vorrebbero Deborah Bergamini, vicesegretario nazionale e responsabile del dipartimento Esteri, in corsa per sostituire Paolo Barelli nella guida del gruppo alla Camera. Bergamini, figura di spicco nel PPE e con un curriculum che spazia dal giornalismo alla diplomazia parlamentare, sarebbe in linea con la strategia che richiede capacità di sintesi tra anime diverse del partito. Il prossimo autunno sarà decisivo per capire tappe e tempistiche. Moratti che accoglie Metsola a San Patrignano potrebbe rappresentare ben più di un cordiale incontro.
