Il mea culpa della Svezia: “Avremmo potuto fare di più contro il coronavirus”

People gather for a drink at an outdoor bar in Stockholm, Sweden, Wednesday April 22, 2020 despite the coronavirus COVID-19 outbreak. (Anders Wiklund/TT via AP)

La Svezia avrebbe potuto fare di più per combattere l’epidemia di coronavirus. Ad ammetterlo è stato Anders Tegnell, capo epidemiologo svedese e ideatore della strategia di contenimento del contagio che nel Paese ha causato oltre 38mila positivi e quasi 4.500 decessi. Stoccolma non ha mai optato per il lockdown totale. Ristoranti, scuole, esercizi commerciali sono stati sempre aperti. Il governo si era limitato a raccomandare misure igieniche e di distanziamento sociale. I numeri della Svezia sono molto più alti rispetto a quelli degli altri Paesi scandinavi. Nell’ultima settimana è stata la nazione al mondo con il più alto numero di vittime in proporzione alla popolazione.

L’approccio della Svezia ha scatenato critiche e polemiche dall’estero e anche in patria, soprattutto nelle opposizioni. Il premier Stefan Lofven lunedì ha anticipato che verrà aperta un’inchiesta prima dell’estate per indagare sulla gestione dell’epidemia. Circa metà dei morti si sono verificati nelle case per anziani; chiuse ai visitatori dall’esterno a fine marzo. “Se dovessimo imbatterci nella stessa malattia, sapendo esattamente quello che ne sappiamo oggi, penso che finiremmo per fare qualcosa nel mezzo tra ciò che ha fatto la Svezia e quello che ha fatto il resto del mondo“, ha aggiunto alla radio Tegnell.