L'associazione La Nostra Famiglia in campo per i bimbi
Il piano dell’Italia per aiutare la Striscia di Gaza: ospedali, acqua potabile, un’università e l’invio di 200 carabinieri
L’Associazione al Riformista: “Offriremo neuroriabilitazione e visite per chi ha disabilità”. Previsti corsi universitari telematici per gli studenti che non possono lasciare Gaza
Aiuti umanitari, ospedali da campo, rete di assistenza per i bambini con gravi disabilità, missioni tecniche, programmi di formazione e un ateneo nella Striscia: prende forma il piano dell’Italia per Gaza. Il nostro Paese è pronto a mobilitare un intero sistema – tra istituzioni, Regioni, Università, organizzazioni civili e Forze Armate – per costruire le basi della ripartenza della Striscia. Il governo guidato da Giorgia Meloni punta su un approccio ampio e coordinato, che tiene insieme assistenza immediata e ricostruzione a lungo termine. A Palazzo Chigi sono già iniziate le prime riunioni tecniche; la task force si riunirà anche nelle prossime settimane. Ogni Ministero porta sul campo le proprie competenze. Uno sforzo multisettoriale che coinvolge diversi settori, dalla sanità all’istruzione, passando per l’agricoltura, la sicurezza e l’Intelligence.
L’Italia prepara il più grande invio di aiuti alimentari a Gaza
Forte dell’esperienza di Food for Gaza, l’esecutivo vuole rafforzare il proprio sforzo. L’invio (finora) di 2.400 tonnellate di aiuti alimentari e beni di prima necessità e l’accoglienza di oltre 1.200 palestinesi della Striscia testimoniano l’impegno cruciale dell’Italia. Che ora è pronta a garantire il più grande invio di aiuti alimentari dall’inizio della crisi: 100 tonnellate in totale, «raccolte grazie al contributo delle principali realtà del Sistema Italia», spiegano dalla Farnesina.
Gli ospedali da campo
Anche la Protezione civile italiana è pronta a fornire risorse umane, strumentali e mezzi. In pochi giorni può essere allestito un ospedale da campo (che potrebbe essere fornito dalla Regione Piemonte). Potranno essere approntate casette prefabbricate modulari per ospitare scuole e famiglie, assicurando anche dei potabilizzatori per l’acqua pulita; un’apposita squadra di esperti sarà a disposizione per collaborare nella fase della pianificazione e della progettazione.
L’assistenza sanitaria ai civili e ai bimbi con gravi disabilità
Un altro obiettivo fondamentale sarà l’accoglienza di bambini malati per ricevere cure specialistiche. Verrà offerta assistenza sanitaria nella regione, grazie anche agli ospedali del sistema sanitario nazionale (tra cui il Bambin Gesù, il Gemelli, il Rizzoli, il Meyer) che hanno già offerto la propria disponibilità a collaborare con le strutture italiane presenti sul posto. Verrà coinvolto anche il settore privato e verranno inviati medici, macchinari e progetti innovativi di telemedicina, protesica, salute materna e infantile. Uno dei capitoli più toccanti è dedicato alla disabilità. È stata istituita una rete che coinvolge in particolare l’Istituto Serafico di Assisi e l’Associazione La Nostra Famiglia, in collaborazione con la Protezione Civile. La ministra Alessandra Locatelli ha segnalato le gravi carenze igienico-sanitarie che si riscontrano a Gaza, e ha rimarcato l’urgenza di prevedere un sostegno attraverso protesi e ausili per le persone con disabilità fisica; anche su questo fronte l’Italia è pronta a organizzare supporti adeguati per bambini e adulti con disabilità intellettive, sensoriali e pluripatologie. Un contributo prezioso arriverà dal mondo del volontariato.
Il ruolo dell’Associazione La Nostra Famiglia
Luisa Minoli, presidente dell’Associazione La Nostra Famiglia, spiega al Riformista i dettagli del piano: «Presso i nostri Poli Ospedalieri di Bosisio Parini (Lc), Conegliano (Tv) e Brindisi, offriremo neuroriabilitazione ospedaliera intensiva per i casi più urgenti, come i bambini con cerebrolesioni acquisite (traumi cerebrali, tumori cerebrali ed esiti neurologici di altre chirurgie) e i bambini con traumatismi nell’apparato scheletrico. Offriremo anche percorsi riabilitativi con inquadramento funzionale e visite specialistiche per i bambini con disabilità. Certamente servirà una rete di supporto complessiva, noi da parte nostra metteremo a disposizione competenze specialistiche per offrire a questi bimbi un percorso mirato e una speranza in più per il futuro. L’attenzione alla fragilità nei bambini è la nostra missione, lo è a maggior ragione per i bambini di Gaza, in cui alla fragilità si somma altra fragilità».
La missione militare e la sicurezza del territorio
Il contributo italiano non si ferma all’ambito umanitario. Sul fronte della sicurezza, il nostro Paese partecipa alla missione europea Eubam, incaricata di assistere le autorità palestinesi nella gestione integrata delle frontiere della Striscia. Attualmente la missione conta 20 militari, di cui 8 carabinieri italiani, ma si lavora a un possibile rafforzamento del contingente. Sul tavolo c’è l’ipotesi di inviare circa 200 carabinieri per l’addestramento delle future forze locali palestinesi; non è da escludere il coinvolgimento del genio militare, con compiti di bonifica e rimozione di ordigni inesplosi, attività indispensabile per consentire la ricostruzione in sicurezza.
L’educazione come chiave della rinascita
L’impegno italiano guarda anche oltre l’emergenza. Il Ministero dell’Università e della Ricerca lavora a un progetto ambizioso: la costruzione di un ateneo a Gaza e l’attivazione di corsi universitari telematici per gli studenti palestinesi che non possono lasciare la Striscia. Sono già attivi i “corridoi universitari”, che hanno portato in Italia gruppi di studenti e ricercatori palestinesi beneficiari di borse di studio. Altri 60 giovani sono attesi nelle prossime settimane, tra nuovi studenti e ricongiungimenti familiari. L’obiettivo non è solo educativo, ma politico e culturale: formare la futura classe dirigente dell’Autorità Nazionale Palestinese, capace di gestire amministrazioni, servizi pubblici e programmi di ricostruzione. L’Italia, forte della sua tradizione accademica e della cooperazione universitaria, intende accompagnare questa crescita con corsi di governance, economia e sviluppo sostenibile.
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