«Infondato». È così che il plenum del Csm boccia il ricorso presentato dal procuratore generale di Napoli, Luigi Riello, contro la nomina a procuratore generale della Cassazione di Luigi Salvato. Una batosta per il capo dei pm napoletani che ad agosto, alla notizia del ricorso appena presentato al Tar del Lazio tenne a precisare che si trattava dell’unico della sua carriera, e che ora incassa la bocciatura del Consiglio Superiore della Magistratura. Per il plenum, dunque, il ricorso presentato dal procuratore generale di Napoli Luigi Riello al Tar del Lazio con cui chiede di annullare la nomina del Pg della Cassazione Luigi Salvato è «infondato».
La conclusione è stata messa nero su bianco nella delibera approvata a maggioranza ieri nella seduta plenaria del Consiglio. Ci sono state sette astensioni. Il plenum ha quindi chiesto all’Avvocatura dello Stato di resistere in giudizio, opponendosi alla richiesta di Riello. Si parla, negli ambienti giudiziari napoletani e romani, di una guerra tra toghe, di tensioni alle stelle. Tensioni in un clima già teso, anche per via delle imminenti elezioni del Csm, della novità degli indipendenti, degli equilibri più precari del passato su cui la magistratura si muove per tenersi salda al suo potere.
Ma torniamo a Napoli e al ricorso al centro del contendere. Riello, che era il diretto concorrente di Salvato per il vertice della procura generale della Cassazione, ha contestato al Csm di aver violato con la nomina del 23 giugno scorso alcune norme del testo unico sulla dirigenza giudiziaria in base alle quali la sua esperienza in materia penale e organizzativa avrebbe dovuto avere più peso facendo prevalere lui nella scelta finale. Inoltre, sempre secondo Riello, nella valutazione tra i due candidati Palazzo dei marescialli avrebbe dovuto tener conto di alcune chat contenute nel cellulare dell’ex presidente dell’Anm Luca Palamara che si riferivano alla precedente nomina di Salvato ad avvocato generale della Cassazione. Per il Csm, invece, la tesi di Riello non può essere condivisa: ricorso infondato.
