«Non credo che da questo summit possa scaturire la pace in Ucraina». Il politologo e analista russo Nikolay Petrov – ricercatore senior, responsabile del Laboratorio per l’analisi dei processi di trasformazione presso il New Eurasian Strategies Center (NEST) – esprime le proprie considerazioni sul bilaterale fra il presidente statunitense Donald Trump e il leader del Cremlino Vladimir Putin previsto per oggi ad Anchorage, in Alaska.
Petrov, il vicepresidente statunitense J.D. Vance, riferendosi al vertice odierno tra Putin e Trump, afferma che “l’accordo alla fine non renderà felici né la Russia né l’Ucraina”. Quali potrebbero essere i termini dei negoziati?
«Non credo che, nel corso di questo vertice, Trump e Putin riusciranno a ottenere un accordo sulla fine della guerra in Ucraina: al massimo, potrebbero raggiungere una sorta di quadro generale e la cessazione degli attacchi aerei e navali, come proposto da Putin. Per il tycoon, a differenza del presidente russo, l’Ucraina non rappresenta una priorità assoluta, mentre si potrebbero raggiungere accordi su una vasta gamma di questioni in merito alle relazioni tra Stati Uniti e Russia».
Nonostante l’opposizione di Kiev e dell’UE, Zelensky sarà assente al vertice. Kiev dovrà semplicemente accettare le decisioni di Mosca e Washington?
«Né l’Unione Europea né Zelensky prenderanno parte al summit per ovvi motivi: la loro posizione è ben nota ed è stata ripetutamente ribadita, ma, senza un coinvolgimento degli Stati Uniti più attivo rispetto a prima, sarebbe assolutamente irrealistico immaginare che sarebbe presa in considerazione. Se Washington e Mosca dovessero raggiungere un qualche tipo di accordo sull’Ucraina, Zelensky potrebbe benissimo rifiutarlo; anzi, quasi certamente, lo farebbe inizialmente, ma successivamente non avrebbe una vera alternativa. La società ucraina è stremata dalla guerra e, secondo un sondaggio dell’Istituto Internazionale di Sociologia di Kiev condotto tra fine luglio e inizio agosto, il 39% degli intervistati è pronto a sostenere un piano statunitense e il 17% è persino disposto a sostenere un piano russo».
Trump afferma: “ci sarà uno scambio di territori”. Fonti del Wall Street Journal hanno riferito che Putin pretenderebbe il controllo di tutto il Donbass ucraino. Quale potrebbe essere il prezzo della pace?
«Il prezzo della pace – e di una pace a lungo termine – sarà molto più alto di quanto si pensa in Occidente quando si discute delle rivendicazioni territoriali di Putin. L’Occidente, infatti, sarebbe costretto a riconoscere un’umiliante sconfitta in Ucraina e, al fine di preservare la pace in futuro, a impegnarsi al massimo nei prossimi anni per costruire una potenza militare in grado di contrastare efficacemente la macchina da guerra di Putin senza il coinvolgimento degli Stati Uniti. Purtroppo, non vi è alcun segno che possa intraprendere una seria mobilitazione di tutte le sue risorse per difendere se stesso – non soltanto l’Ucraina. Per quanto riguarda Kiev, Putin rivendica non solo il Donbass, ma anche la Novorossiya, incluso il corridoio terrestre verso la Crimea. Lo “scambio territoriale” dovrebbe riguardare porzioni delle regioni di Kharkiv e Sumy conquistate dalla Russia in cambio della parte del Donbass controllata da Kiev. Per quanto riguarda alcune parti delle regioni di Zaporizhia e Kherson, il Cremlino si accontenterebbe del confine esistente lungo il fiume Dnipro».
L’UE chiede di essere inclusa nel processo di pace. Pensa che ciò accadrà?
«No, non ci sarà alcuna partecipazione diretta, almeno finché l’Unione Europea non sarà in grado di sostituire completamente il sostegno statunitense all’Ucraina, ora in calo. Il coinvolgimento dell’UE sarà importante in termini di revoca di alcune sanzioni contro la Russia, ma, come abbiamo constatato al recente vertice NATO, sotto la pressione degli Stati Uniti può rivelarsi molto circoscritto».
Zelensky afferma: “ora è giunto il momento in cui c’è una reale possibilità di raggiungere la pace”. È ottimista al riguardo?
«No, una guerra di queste dimensioni non può concludersi rapidamente o bene. Inoltre, il destino politico di Zelensky, se si avviasse un vero movimento verso la pace, sarebbe fosco».
