Il rabbino Di Segni: “Appello al Vaticano per sapere la verità sulla Shoah”

«Qualunque anticipazione in questo momento – rimarca la professoressa Foa – mi sembra eccessiva e fuori luogo. Potremo confrontarci con una documentazione e non con ipotesi o leggende di vario segno». Resta la forza del j’accuse. «Si vede chiaramente che non ci fu volontà di fermare il treno del 16 ottobre e che gli aiuti furono ben mirati a tutela dei battezzati», incalza il rabbino capo di Roma. «Naturalmente l’apertura di un archivio è una notizia in sé – annota Gadi Luzzatto Voghera, direttore della Fondazione Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea (Cdec) -, ma la ricerca che vi si compie ha bisogno di tempo e non si presta a dichiarazioni sensazionalistiche come quella del professor Ickx. Sicuramente ci saranno documenti che attestano l’assistenza di ecclesiastici, più o meno di livello nella gerarchia della Chiesa cattolica, a ebrei. Uno degli elementi degli storici che “sondano” l’archivio valutare la vastità o meno di questa assistenza». «È un fatto storico – rimarca il direttore del Cdec – quello evidenziato dal rabbino Di Segni sul silenzio di Pio XII sulla razzia del 16 ottobre 1943. Speriamo che la documentazione contenuta in quell’archivio ci spieghi i perché di quei silenzi». L’eco della denuncia arriva fino a Gerusalemme. «Conosco e ammiro il rabbino Di Segni, e so che è una persona equilibrata, che misura il peso delle parole – dice Efraim Zuroff, direttore del Centro Wiesenthal di Gerusalemme, raggiunto telefonicamente nel suo ufficio -. Di tutto c’è bisogno meno di uscite o indiscrezioni che sembrano tendere a annacquare responsabilità o a minimizzare eventi tragici. Che sia dato il tempo agli storici di lavorare con serenità e senza condizionamenti di qualunque genere e da qualunque parte possano provenire – aggiunge Zuroff -. Questioni così delicate vanno affrontate col massimo rigore e serietà d’intenti. Ci sono due domande da chiarire: la prima è: quali informazioni ebbe il Vaticano sui crimini della Shoah? E la seconda è quando Pio XII fu raggiunto da tali informazioni». Il ventitré ottobre 2018 il ministro per gli Affari sociali di Israele, Isaac Herzog, si schierò contro il tentativo di far diventare santo Pio XII.