Le Ragioni di Israele
Il sapere è l’antidoto contro l’antisemitismo
Mai come quest’anno la Giornata europea della cultura ebraica di domenica 14 settembre ha avuto un sapore particolare, e ha rappresentato anche il modo per cercare di spezzare – con la forza dell’educazione – la catena di odio antiebraico e disinformazione che sta dilagando nel nostro Paese e nel vecchio continente.
Giunta alla 26esima edizione, in Italia curata dall’Unione delle Comunità ebraiche italiane, la kermesse ha visto Soncino (in provincia di Cremona) rivestire il ruolo di città capofila. Le iniziative sono state numerose e vedranno impegnate le comunità, i siti ebraici, le associazioni con enti e Comuni di Roma, Siracusa, Fano, Firenze, Castroreale, Venosa, Siena, Ferrara, Rovigo e Monfalcone. Un mosaico di rilevanza nazionale che si svilupperà durante tutto l’arco della settimana, fino al 21 settembre.
La prima Bibbia ebraica
Suggestiva la scelta della città capofila in questa edizione, perché Soncino è il borgo dove nell’aprile del 1488 venne stampata la prima Bibbia ebraica a caratteri mobili. Era la tecnica con la quale Gutenberg, 33 anni prima a Magonza, aveva realizzato le prime forme di stampa. Nella stessa regione sul Reno viveva a Spira la famiglia del medico e rabbino Israel Nathan, cacciata dalle persecuzioni antiebraiche e riparata alla corte degli Sforza che diedero accoglienza proprio nella località lombarda. La famiglia Nathan così cambiò il cognome per riconoscenza verso chi la ospitava a Soncino; si riconvertì professionalmente divenendo stampatore e dal proprio torchio venne realizzata la prima Bibbia ebraica completa, composta dai libri della Torah (Pentateuco), dei Neviim (Profeti) e dei Chetuvim (Scritti o Agiografi).
L’onda antisemita
Il Museo della Stampa di Soncino è oggi la testimonianza di questa affascinante storia, e sarà uno dei luoghi simbolo di questa edizione della Giornata che ha come titolo “Il popolo del libro”. Pensare a quanto i testi e la stampa siano stati fondamentali per trasmettere cultura e valori nel mondo ebraico fa comprendere perché proprio sui libri si è accanita spesso l’onda antisemita, dai roghi del Talmud nella Roma papalina e nella cattolicissima Europa, Spagna e Portogallo in testa, i luoghi dell’Inquisizione, fino alla furia iconoclasta nazista con i libri ebraici bruciati per le strade tedesche. L’obiettivo era cancellare l’identità ebraica.
Veicolo dell’odio antiebraico
Poi libri e stampa sono stati a loro volta il veicolo principale dell’odio antiebraico, dal falso libello zarista dei Protocolli dei Savi di Sion al Mein Kampf di Hitler, testi ancora in auge nelle capitali arabe e scoperti nei covi di Hamas a Gaza, passando per il Manifesto della Razza di fascista memoria che nel nostro Paese alimentò la campagna che portò gli ebrei nelle camere a gas dei campi di sterminio.
Un rapporto di grande amore, quindi, quello del popolo ebraico per i libri e per la stampa, ma che purtroppo – proprio attraverso volumi e carta stampata – si trasforma spesso in fonte di denigrazione per il popolo ebraico e per Israele per mano degli odiatori seriali.
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