Ecco, sarebbe, più che auspicabile, necessario che se le modifiche promosse dall’esecutivo nel suo provvedimento dovessero limitarsi a quelle trapelate in queste ore, anche in questo caso ci sia un approfondito lavoro parlamentare, stavolta in positivo, finalizzato quantomeno a ridefinire i permessi di soggiorno per “protezione speciale” affinché attuino in modo più esteso le tutele e le garanzie costituzionali. E sarebbe davvero grave, oltre che incredibile, se non si volesse mettere mano al sistema dell’accoglienza ripristinando e rafforzando il sistema Sprar mentre sono sotto gli occhi di tutti le conseguenze del ritorno dei mega centri con servizi di basso livello e rischi elevatissimi di infiltrazioni malavitose. È del tutto evidente, poi, che l’urgenza reale per il nostro Paese non sono mai stati i 150 naufraghi da tenere bloccati a un miglio dalle coste italiane inscenando un braccio di ferro con l’Europa, con la Costituzione, con i diritti umani. L’urgenza sono 600 mila stranieri irregolari presenti in Italia (700 mila secondo alcune stime entro la fine del 2020 anche per effetto dei decreti sicurezza), considerati fantasmi da una normativa, tanto rigida quanto astratta e sbagliata, che non consente loro di emergere da questa condizione neppure a fronte della disponibilità di un lavoro. Qui si misurerà davvero l’esistenza di un fronte riformatore e progressista: nel superamento della Bossi-Fini con una riforma organica della legge sull’immigrazione che preveda ingressi regolari per ricerca di lavoro e possibilità di regolarizzazione su base individuale di chi è già qui a determinate condizioni. Una riforma necessaria e che è già sul tavolo, grazie alla proposta di legge di iniziativa popolare della campagna “Ero straniero”, della quale sono relatore nella commissione Affari costituzionali alla Camera. Il provvedimenti di modifica dei decreti sicurezza possono persino essere un veicolo per cominciare a inserire elementi che vadano in questa direzione.
Il vero decreto sicurezza è il superamento della Bossi-Fini
