Ilaria Salis, una Che Guevara di professione: l’ultima crociata contro Valditara per sostenere chi ha saltato l’orale della maturità

Ilaria Salis durante la manifestazione contro la guerra e il riarmo promossa dalle associazioni pacifiste che hanno aderito all’appello Stop Rearm Europe, Roma, Sabato 21 Giugno 2025 (Foto Roberto Monaldo / LaPresse) Ilaria Salis during the demonstration against the war and the rearmament promoted by the associations and movements of the Stop Rearm Europe network, Rome, Saturday, June 21, 2025 (Photo by Roberto Monaldo / LaPresse)

Se c’è una cosa che all’onorevole Ilaria Salis è presto diventata molto chiara è che in politica, da tre secoli a questa parte, essere rivoluzionari in pensieri, parole, opere e omissioni conviene sempre. Non c’è un posizionamento migliore e più redditizio dell’inseguire e perseguire una qualche Rivoluzione. Piccola o grande che sia, a favore delle foche monache o per l’occupazione abusiva delle case, per la pedemontana o le nozze di Bezos a Venezia.

Oggi contro Trump e Israele, ieri contro Meloni e Valditara, poco importa quale sia il totem da puntare e abbattere, essenziale ogni volta è tirar fuori il repertorio semantico della Lotta e della Liberazione a tutti i costi. Ilaria Salis ha anche compreso per tempo che il Professionismo della Rivoluzione, presto o tardi, può anche regalare una poltrona in qualche assemblea parlamentare e garantire una discreta fetta di audience, che non guasta mai per alimentare la narrazione e il posizionamento.

Ecco perché tutte le occasioni, anche quelle che non c’entrano un fico secco con la materia e che di rivoluzionario non hanno nulla, neanche l’unghia dell’alluce, per la Salis diventano pretesti buoni e sufficienti per scagliarsi contro il Potere, lo Stato, il Capitale, il Fascismo, l’Imperialismo e, perché no, anche la Maturità.

Anzi, proprio la scelta di 5 studenti, su un totale di 524.415 che quest’anno hanno affrontato l’esame, di “fare scena muta alla maturità… vanno ascoltati e non demonizzati”, diventa l’ennesima prova della specchiata scelta giacobina. Così, in un post su X, l’eurodeputata di Avs condanna il Ministro dell’Istruzione che, “invece di aprire un confronto, minaccia punizioni e invoca la repressione. È l’unico linguaggio che questo governo conosce.

La scuola della competizione è un addestramento al capitalismo spesso nemmeno efficace”. Per la Salis, dunque, tutto è e deve essere ricondotto alla lotta rivoluzionaria, dal cornetto Algida, che una volta fuori dal frigo si scioglie subito per colpa del cambiamento climatico, alle patatine fritte che lasciano le mani unte d’olio. Hasta la Rivoluzione siempre!