In carcere solo detenuti in abbondanza grazie anche al Decreto Caivano: mancano agenti, servizi ed educatori

“È drammatico il problema dei suicidi nelle carceri, una vera emergenza sociale che non mostra segni di arresto”. Con queste parole, il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha rilanciato dal Quirinale un accorato appello per il sistema penitenziario italiano, incontrando il Capo del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria e una rappresentanza della Polizia Penitenziaria. “Occorre intervenire subito – ha aggiunto il Capo dello Stato – per rispetto dei valori della Costituzione, del lavoro svolto dagli agenti e della storia della Polizia Penitenziaria”.

Il drammatico appello lanciato dal Presidente Mattarella si inserisce in un contesto sempre più critico, con carceri fatiscenti, rese ancora più invivibili da un clima asfissiante. Con un tasso di sovraffollamento al 134,29%, l’atavica carenza di agenti penitenziari e il tragico bollettino quotidiano dei suicidi, le nostre carceri si configurano come la pessima sceneggiatura di un film già visto troppe volte, con i detenuti nei panni delle vittime. Nel mese di luglio, “Nessuno tocchi Caino” intensificherà le visite negli istituti penitenziari, con la presidente Rita Bernardini che prosegue lo sciopero della fame a sostegno della proposta di legge sulla liberazione anticipata speciale, presentata alla Camera da Roberto Giachetti. Situazione allarmante anche per gli istituti penali per minorenni. La Conferenza nazionale dei Garanti territoriali delle persone private della libertà ha recentemente diffuso una nota che fotografa una realtà inumana: “La giustizia minorile in Italia – si legge nel comunicato – sta vivendo una fase di regressione drammatica”.

Dal 2022 a oggi, il numero dei giovani reclusi è salito del 55%, passando da 392 a 611 presenze. Un’impennata attribuita in larga parte all’effetto del Decreto Caivano, in vigore dal settembre 2023, che ha esteso le possibilità di custodia cautelare per i minorenni, limitando il ricorso a misure alternative. Secondo i dati aggiornati al 15 giugno 2025, i minorenni e giovani adulti in carico ai Servizi della Giustizia Minorile sono 1.809 nei servizi residenziali (di cui 1.710 maschi e 99 femmine), e ben 15.974 seguiti dagli Uffici di servizio sociale. Gli ingressi nelle comunità private, nel corso dell’anno, sono stati 1.197. Nei 17 IPM presenti in Italia si contano attualmente 586 detenuti minorenni.
Secondo Samuele Ciambriello, Garante campano e portavoce della Conferenza dei Garanti, “in Italia si stanno rinnegando principi pedagogici e trattamentali che un tempo erano all’avanguardia in Europa”. E aggiunge: “Serve tornare a una cultura educativa e dell’accudimento, soprattutto considerando che molti detenuti minorenni sono stranieri”.

Mancano educatori, mediatori, personale di polizia, e anche le figure sociosanitarie devono essere adeguatamente formate sui diritti dell’infanzia e sulle fragilità dei minori. I Radicali Italiani hanno presentato in questi giorni tre accessi civici per conoscere l’impatto reale del Decreto Caivano. “Vogliamo sapere – dichiara il segretario Filippo Blengino – quanti minorenni sono in carcere perché non è stata attivata una misura alternativa”. Un’ulteriore richiesta riguarda la sezione per minori aperta dentro il carcere per adulti di Bologna: “Una scelta inaccettabile – prosegue Blengino – che solleva gravi dubbi sul piano giuridico e umano. Chiediamo trasparenza su costi, atti e personale: vogliamo vederci chiaro”.

Infine, un accesso riguarda i nuovi IPM di Lecce, Rovigo e L’Aquila: “Mentre mancano educatori e strutture adeguate, il Governo Meloni pensa solo a costruire nuove celle. È l’ennesima risposta simbolica alla fame di codice penale”, conclude. Un furto di futuro per questi ragazzi, mentre il cartello delle riforme strutturali sul carcere rischia di recitare un triste “chiuso per ferie”.