Da quando è stato compiuto il massacro in Israele, lo scorso 7 ottobre, è impossibile, per chi ha compreso cosa sia realmente accaduto, guardare i bambini, le donne incinte, le famiglie, i propri figli, senza pensare alle normalità delle vite spezzate con brutalità e sadismo da Hamas. Vite come le nostre, fatte di figli che vanno a ballare, di neonati che dormo nelle culle, di bambini con gli zaini pronti per la scuola, di tavole apparecchiate per la cena delle feste. Vite che si addormentano pensando alla quotidianità del giorno dopo e si svegliano in un incubo in cui sono indifesi, braccati e sterminati. In cui i bambini vengono torturati e mutilati davanti ai genitori, in cui i genitori vengono mutilati e torturati davanti ai figli. In cui intere famiglie vengono legate e bruciate vive. In cui ragazze incinte vengono accoltellate al ventre, gli viene estratto il feto, pugnalato, decapitato e infine uccise. Il mondo è antisemita. È incomprensibile ed atavico e forse genetico. Ma lo è.
Dovremmo essere grati a Israele e agli ebrei: per le scoperte scientifiche che hanno fatto e che permettono a tutti noi di vivere meglio, di curarci, di progredire nella scienza, nell’arte, nella medicina, nella filosofia. Dovremmo essere in debito con gli ebrei per quello che il mondo gli ha fatto: dai pogrom allo sterminio. Invece sono odiati. Perché si tratta di questo. Di odio. Quando si tratta di Israele niente è più obiettivo. L’opinione pubblica prende per buoni i dati sui morti nei bombardamenti di Gaza forniti da… Hamas! Da Hamas!! Ma come si fa? Israele sta ancora contando i morti nel kibbutz e nel deserto e invece Hamas dà il bollettino dei morti un’ora dopo i bombardamenti. Come si fa a prenderli per buoni? Ma nessuno contesta il metodo. Nessuno dice “attenzione, il numero dei morti li sta dando l’organizzazione terroristica che ha compiuto il massacro e che ha interesse a far sembrare Israele peggio di loro”. Vengono aperti i varchi, entrano gli aiuti. Nessuno si domanda: chi li sta distribuendo e come? Hamas?- Dicono che serve carburante per i generatori degli ospedali. Nessuno pensa che Hamas ha bisogno del carburante per illuminare i tunnel e che non dare carburante serve per farli uscire in superficie? Nessuno dice che Hamas ha depositi con 500.000 litri di carburante che usa per la sua città sotterranea invece che per le esigenze dei civili. Nessuno si domanda se la popolazione che ha saccheggiato il deposito degli aiuti a Gaza lo ha fatto per avere quello che normalmente viene distribuito da Hamas ai propri affiliati? E poi perché a Israele viene sempre chiesto di fare cose che non sono chieste a nessun altro Stato?
Israele bombarda e prima di farlo manda volantini, manda avvisi sui telefoni e hackera la tv di Gaza per mandare messaggi che avvisano dove e quando agirà. Ma quale altro stato in guerra lo fa? Purché solo a Israele viene chiesto di fare una guerra senza morti dall’altra parte? Perché è questo che gli stanno chiedendo: di difendersi “ma non troppo”. Di fare la guerra “ma contenuta”. A quale altra nazione in guerra è stato chiesto di fermarsi per far passare aiuti umanitari che poi sono usati dal suo nemico? I morti di Gaza, i civili usati come scudi umani, sono tutti sul conto di Hamas. Non di Israele. Come mai Hamas non fa rifugiare la popolazione nei tunnel che ha scavato sotto Gaza per metterli al sicuro dai bombardamenti? Però il mondo critica Israele. Perché? Antisemitismo! Questa è l’unica spiegazione razionale.
Perché vengono mostrati continuamente video di bambini feriti che arrivano in ospedale a Gaza ma poi nessuno ha il coraggio di far vedere la foto del bambino fucilato nella culla nel Kibbutz? No, quella è troppo cruenta. Sappiamo benissimo che a parti inverse i media sarebbero stati invasi dalle foto del massacro. La gente non capisce. Questa è una battaglia dell’Occidente e dei suoi valori che Israele sta combattendo per tutti noi e al posto nostro. Il 7 ottobre era l’anniversario di Lepanto. Non è casuale neanche questo. Sono due anni che preparavano questo attacco e l’Occidente davvero può pensare che in questi due anni Hamas non abbia lavorato anche nei nostri paesi? Per far trovare le piazze piene per esempio? Per trovare i giusti incitatori di folle? Per attivare al momento giusto azioni che destabilizzeranno le nostre democrazie? Come mai se Israele esercita il proprio diritto alla sopravvivenza si mobilitano folle di italiani e musulmani e quando venne distrutta Aleppo (con bombardamenti indiscriminati) nessuno si mobilitò? Tutti dicono che è giusto far manifestare per la Palestina. No, mi dispiace, non è giusto. Nessuno permetterebbe una manifestazione neonazista. Qui è la stessa cosa.
Le manifestazioni a cui assistiamo scandiscono slogan pro Hamas o slogan apparentemente innocui che dicono “dal fiume al mare” o “Palestina libera”. Dal fiume al maare significa dal Giordano al mare, cioè la cancellazione di Israele. Non ci vuole tanto, basta guardare una cartina geografica. Palestina libera vuol dire libera dalla presenza degli ebrei. Cancellazione della Stato di Israele. Eliminazione fisica degli ebrei. Perché altrimenti direbbero Cisgiordania libera. Palestina per loro è solo e unicamente cancellazione di Israele e dei suoi abitanti. Nessuno stato democratico dovrebbe permettere manifestazioni così. Dovrebbe invece comportarsi come farebbe con manifestazioni di neonazisti. Negarle. Nessuno dovrebbe avere la parola in televisione se assertore di concetti come “Israele è uno stato inventato, uno stato che non ha diritto di esistere”. Queste persone non dovrebbero avere diritto di arringa. È come dire che anche i fautori dello sterminio alla fine hanno diritto di dire la loro perché siamo in democrazia. Democrazia non vuol dire che chiunque può dire tutto. Quella è l’anarchia. Ci sono dei limiti che qui non si fanno rispettare.
Nessuno si domanda come mai alle manifestazioni pro Israele vanno quasi solo ebrei mentre alle manifestazioni pro Hamas (si, pro Hamas, cominciamo per favore ad avere il coraggio di chiamarle per quello che sono), vanno musulmani e cittadini italiani? Da cosa sono uniti? Dall’odio per gli ebrei. Il sistema scolastico è invaso da portatori di odio nei confronti di Israele e degli ebrei. Ultimo il caso del liceo Righi di Roma, dove un professore ha dato temi di discussione del tipo “Israele Stato oppressore e di apartheid”. Mi piacerebbe sapere cosa legge questo professore per affermare cose così palesemente false. Il 20% della popolazione di Israele è araba. Sono integrati, votano, hanno due partiti politici. Sono commercianti, impiegati, manager. Sconfortante ignoranza che ritroviamo anche in alcuni commentatori in tv e sui giornali, in una spirale antisemita che li accredita e li esalta e ne alimenta l’influenza. Queste persone non dovrebbero trovare accesso. Ma nessuno fa nulla. Alla Sapienza decidono chi entra e chi no… e nessuno fa nulla. Alle manifestazioni gridano slogan che incitano allo sterminio… e nessuno fa nulla. Sono la parte che urla di più! Anche la più violenta. Ed è per questo che dovrebbero essere confinati e arginati. Invece incomprensibilmente non succede. Anzi, dalla politica alla società (in)civile vengono trovate giustificazioni: ma, se, però, che li assolvono da tutto. Che mettono sullo stesso piano un atto terroristico senza precedenti e il diritto alla difesa di uno stato democratico. Si chiama paura. Apriamo gli occhi. Fanno paura per il loro estremismo violento e l’Occidente soccombe ai suoi stessi valori (male applicati).
