«Un gioiello come devianza» è l’iniziativa a favore del recupero di ragazzi a rischio, un’occasione per essere inseriti nel mondo del lavoro in campo orafo ed evitare di ricadere nelle illusorie tentazioni criminali. L’iniziativa è stata promossa dai giovani penalisti di Napoli e dalla Endless gioielli. I partecipanti, tra coloro che sono ospitati in strutture peri ragazzi a rischio del territorio napoletano, dovranno presentare il disegno di un gioiello che raffiguri un’eccellenza del territorio o il contrasto alla devianza entro il 30 aprile. Gli autori del disegno che risulteranno vincitori riceveranno un corso gratuito di oreficeria offerto dalla Endless gioielli e potranno realizzare il gioiello disegnato.
«Abbiamo il desiderio di offrire un’opportunità professionale in un periodo di grande difficoltà per i giovani, in particolare a quelli disagiati, offrendo loro un corso gratuito che si prefigge non solo l’obiettivo di sottrarli da percorsi devianti ma anche di proiettarli nell’arte orafa per un percorso professionale che metta in risalto la loro creatività» ha spiegato l’avvocato Teresa Ingrosso, responsabile Endless. «In un momento storico in cui l’emergenza Covid aggrava la carenza di attività educative è necessario potenziare percorsi professionali e di inclusione sociale, soprattutto nei territori a rischio devianza» ha sottolineato l’avvocato Gennaro Demetrio Paipais, presidente dell’Unione giovani penalisti di Napoli. «L’esperienza delle aule di giustizia – ha aggiunto l’avvocato Marco Campora, presidente della Camera Penale di Napoli – dimostra che l’intervento che si realizza nei confronti del minore nel processo penale, spesso non sortisce effetti dissuasivi. Solo mediante scolarizzazione, lavoro e attività sociali si può, infatti, attuare un percorso di recupero dei minori a rischio». Don Luigi Merola, parroco di frontiera, ha precisato come «la nostra città, non ha bisogno dell’esercito dei soldati e delle forze di polizia ma, contro il degrado e la devianza di tanti minori, necessita di un esercito di maestri e di educatori».
