Innovazione, Angeleri (Assosoftware): “Voucher digitali per Pmi e professionisti”

Con Pierfrancesco Angeleri, presidente di AssoSoftware, abbiamo discusso delle difficoltà che frenano l’innovazione, del peso economico del settore e delle proposte per colmare il ritardo rispetto ad altri Paesi
europei. La ricetta è semplice, e guarda ad una componente specifica del mondo digitale, ovvero tutti quegli applicativi che spalancheranno le porte delle nuove tecnologie ( l’IA in particolare) al tessuto delle imprese italiane, ne miglioreranno le performance e la sicurezza.

In Spagna è già realtà un programma di voucher per la digitalizzazione delle micro, piccole e medie imprese: uno strumento diretto e semplice, con procedure snelle, che sostiene l’adozione di software aggiornati e integrati. Perché un modello simile servirebbe anche in Italia?
In Spagna funziona perché è rapido, chiaro e facilmente accessibile. Le imprese non hanno bisogno di burocrazia, ma di strumenti concreti che permettano di rinnovare i sistemi informatici, adottare software gestionali integrati e collegarsi davvero alle nuove tecnologie. In Italia un intervento di questo tipo sarebbe ormai indispensabile.Non possiamo limitarci a parlare di digitalizzazione nei convegni: se non ci sono
misure pratiche e diffuse, la retorica resta vuota e il Paese rimane indietro.

Quali sono oggi i principali ostacoli alla trasformazione digitale delle imprese italiane?
Il problema è duplice. Da un lato, solo il 30% delle MPMI utilizza software di gestione: significa che la grande maggioranza ancora non ha fatto il salto. Dall’altro, molte aziende lavorano con sistemi vetusti e obsoleti, che non dialogano con l’intelligenza artificiale o con le piattaforme più moderne, e sono spesso vulnerabili
sul fronte della cybersicurezza. Per questo insistiamo sulla concretezza: senza un aggiornamento reale delle dotazioni, parlare di innovazione resta un esercizio teorico.

Il settore però appare già molto rilevante nell’economia italiana.
Sì, è un pilastro. Nel 2023 ha impiegato 140.000 addetti e generato 62,8 miliardi di fatturato, trainato dai software gestionali, che da soli rappresentano il 46% del comparto e crescono del 23% l’anno, secondo i dati dell’Osservatorio del Politecnico di Milano con AssoSoftware. Una nostra ricerca con la Luiss Guido Carli dimostra che un incremento del 20% della domanda porterebbe fino a 9,6 miliardi di produzione domestica aggiuntiva, 4,8 miliardi di valore e 67.000 nuovi posti di lavoro. Non solo: le imprese che hanno investito davvero in tecnologie digitali mostrano performance economiche nettamente superiori, segno che la concretezza delle scelte in questo campo si traduce immediatamente in crescita e competitività.

Che cosa vi aspettate ora dalla politica?
Che il tema venga affrontato subito, già nella prossima legge di bilancio. Servono misure concrete, rapide e mirate per il rinnovo del parco software delle MPMI. Un voucher sul modello spagnolo avrebbe un effetto immediato e tangibile: aiuterebbe chi è rimasto indietro, stimolerebbe chi è in fase di transizione e darebbe un segnale forte al sistema. La digitalizzazione non deve essere un orizzonte astratto, ma un percorso operativo che tocca la quotidianità delle imprese, dalla gestione amministrativa, alla gestione della produzione e dei magazzini, fino all’integrazione con strumenti di intelligenza artificiale.