Classe 2000, leccese d’origine e romano d’adozione, neppure ventiduenne ha un curriculum di tutto rispetto. E’ Federico Lobuono, giovane attivista di sinistra, è stato il più giovane candidato sindaco per Roma Capitale nella storia della repubblica italiana. Nel 2021 ha scritto un romanzo, “Un alieno a Roma” e fondato, assieme ad un gruppo di ragazzi e ragazze della Capitale, “La Giovane Roma”, un’associazione – ci spiega, “nata con il sogno di rappresentare le necessità dei giovani romani”.
Oggi collabora con il sindaco di Roma Roberto Gualtieri e si occupa di politiche giovanili. Federico ha le idee chiare e ci racconta, con il tono che non ti aspetti da un ragazzo così giovane, di avere vissuto da vicino le difficoltà quotidiane della periferia di Roma, a Centocelle, quando si è trasferito nel 2017 insieme alla madre. “Ogni tanto a scuola succedeva che dei ragazzi non si presentavano più per mesi. Dovevano scegliere se studiare o portare a casa qualche soldo per mangiare”- ci dice. “Il tema dell’abbandono scolastico non è in cima all’agenda politica, ma è un tema drammatico che meriterebbe più attenzione”- aggiunge. E ci dice la sua sul reddito di cittadinanza, il diritto al lavoro e alla maternità.
L’esecutivo ha annunciato l’abolizione dal 2024 del reddito di cittadinanza. Come considera questo provvedimento?
Penso sia un errore. Il reddito di cittadinanza esiste in tutta Europa e garantisce la dignità di milioni persone. Penso che un paese ricco come l’Italia debba occuparsi soprattutto di chi è in uno stato di povertà. Sono d’accordo che chi è in età da lavoro debba lavorare, tuttavia al Sud la disoccupazione supera il 20% e sicuramente tra questi ci sono padri e madri di famiglia. Che facciamo, gli togliamo il reddito perché potrebbero in teoria lavorare? Il Governo si dovrebbe prima preoccupare di creare il lavoro e poi gradualmente rimodulare il reddito.
Che cosa risponde a quegli imprenditori che accusano i giovani di preferire il reddito al lavoro?
Questa storia dei giovani che percepisco il reddito di cittadinanza per stare sul divano è propaganda della destra: il reddito viene percepito dal nucleo familiare quindi padri, madri, figli e nonni. Io penso che più che un problema di reddito si tratti di un problema di salario. In Italia sono troppo bassi, tra i più bassi d’Europa, e lì che bisogna intervenire. Bisognerebbe piuttosto che le persone percepissero di più, adeguando i salari al resto d’Europa.
Nel suo discorso di insediamento il Presidente Meloni ha sostenuto che una donna non dovrà più rinunciare ai figli per il lavoro. E’ un’affermazione convincente?
Penso sia giusto ma una donna, oltre a non dover rinunciare ai figli per il lavoro non dovrebbe nemmeno rinunciare al lavoro per i figli. Vedremo se alle parole corrisponderanno i fatti. Faccio l’esempio della Spagna dove i congedi genitoriali sono paritari e riconoscono ad entrambi i genitori 16 settimane di permesso pagate al 100%. Bisognerebbe andare in questa direzione perché non si lasci indietro nessuno.
In Italia 2,5 milioni di famiglie spendono per la casa il 40% del reddito disponibile. Come risolverebbe lei il problema?
Non possiamo tornare all’equo canone ma è assurdo dover pagare 800€ al mese per una casa 50mq. È compito dello Stato, venire in aiuto di quelle famiglie monoreddito, che a stento arrivano alla fine del mese, impegnandosi nella costruzione di nuovi alloggi e dall’altra parte snellendo il sistema di assegnazione delle case di edilizia pubblica affossato dalla troppa burocrazia.
Il diritto allo studio per molti studenti, che nelle ultime settimane sono scesi in piazza, è messo i discussione dal caro affitti che sono ormai sono diventati proibitivi per gli studenti fuori sede. Come si risolve?
Il problema è reale, in Italia ci sono più di 500.000 studenti fuori sede. Il costo della vita, dei libri e degli affitti mette in seria difficoltà le famiglie costrette ad indebitarsi per garantire un futuro ai propri figli. Partiamo col dire che i controlli non sono sufficienti e andrebbero potenziati. Spesso e volentieri gruppi anche numerosi di ragazzi e ragazze si trovano a dover condividere spazi angusti e a prezzi esorbitanti.
Quest’anno i mondiali di Qatar stanno facendo discutere in merito alla violazione dei diritti dei lavoratori e delle persone LGBT, li sta guardando?
Iniziamo col dire che i Qatarioti almeno sono coerenti con le loro idee, che fossero omofobi lo hanno sempre dichiarato (sorride, ndr). Battute a parte, chiudere la stalla quando i buoi sono scappati è un comportamento ipocrita. Queste polemiche mi sembrano mosse solo per pulirsi la coscienza. Fino a quando il denaro avrà la precedenza sui diritti non andremo avanti. Anche per questo motivo, per quello che mi riguarda, non li seguirò.
