“Io promosso senza aiuti”, però ringraziò Palamara…

Preg.mo Direttore
Le scrivo in merito all’articolo apparso sul suo giornale nella giornata del 15/8 con il titolo “Emilia: Pm servi di Palamara” in cui compare il mio nome. Lo faccio perché, riservata ogni altra iniziativa, intendo contestare alcune, a mio avviso, gravi affermazioni che compaiono in detto articolo. La mia domanda per l’incarico direttivo di Presidente di Tribunale di Piacenza non ha nulla ma proprio nulla a che vedere con la vicenda del conferimento dell’incarico di Procuratore della Repubblica di Reggio Emilia e di Procuratore della Repubblica di Parma. E ci tengo massimamente a tale distinzione.
Non posso accettare di essere, di fatto, inserito fra i “tanti promossi grazie all’ex leader di Unicost”, per la semplice ragione che sono stato nominato Presidente del Tribunale di Piacenza dal Csm con delibera unanime dopo che, sempre all’unanimità, la competente Commissione mi aveva proposto per detto incarico. Nessun ricorso è mai stato proposto avverso detta delibera.
Nell’articolo si parla del dott. Ceroni che – se non ho inteso male- nella sua veste di “uno dei pretoriani di Palamara nella città delle due torri…” avrebbe “indica(to) un elenco di colleghi di Unicost che devono essere sistemati”, e in detto elenco compare anche il mio nome, il tutto dopo la affermazione che “la lista della spesa è lunga”. Contesto anche dette gravi affermazioni in quanto:
-l’unica “lista della spesa” che conosco è quella che uso per fare acquisti in salumeria o dal fruttivendolo. Nulla sapevo delle iniziative del collega Ceroni al quale non ho mai chiesto di raccomandare la mia domanda.
-non avevo alcun bisogno di essere “sistemato” in quanto – al momento della mia domanda- ricoprivo il prestigioso incarico di Presidente della Sezione Lavoro della Corte di Appello di Bologna che – grazie anche ai colleghi componenti della stessa- ho portato (mi permetta l’immodestia) a risultati qualitativi/quantitativi di assoluta eccellenza ed oggetto di unanime apprezzamento. Ed anche per questo ero stato onorato dal Presidente della Corte di Appello con la nomina, altrettanto prestigiosa, di Vicario dello stesso.
Contesto anche la altrettanto grave affermazione secondo la quale “Palamara prende i suoi colleghi per mano e li conduce alla vittoria”. Ovviamente non sono mai stato condotto per mano dal dott. Palamara né mai l’ho chiesto. Nello sterminato elenco delle chat scaricate dal telefono cellulare del dott. Palamara (e diffuse più o meno lecitamente) non ne troverà nessuna da me spedita o ricevuta. E lo stesso dicasi per le telefonate. Men che meno troverà traccia di contatti personali.
A sostegno della mia domanda ho confidato esclusivamente sul mio curriculum professionale, sui titoli previsti, sui risultati raggiunti nei vari Uffici Giudiziari in cui ho lavorato. È, se vuole, a Sua completa disposizione.
Ho atteso serenamente la decisione del Csm con la altrettanto serena convinzione (chi mi conosce può confermare pienamente) che in caso negativo non l’avrei mai impugnata anche perché i prestigiosi incarichi di Presidente della Sezione Lavoro della Corte di Appello di Bologna e di Vicario del Presidente di detta Corte continuavano a darmi grandi gratificazioni professionali ed umane.
Lo stesso comportamento l’ho tenuto anche con riferimento alla concomitante domanda di conferimento dell’incarico di Presidente del Tribunale di Modena, che è stato assegnato – con delibera dello stesso Csm e su proposta della medesima Commissione – ad un degnissimo collega e non ho mai neppure pensato che il suo noto impegno in MD/Area possa avere anche solo parzialmente influito su detta nomina. Chiedo, quindi e cortesemente, la pubblicazione di questa mia lettera per una più completa ricostruzione dei fatti e a tutela della mia reputazione personale e professionale e di trentasei anni di più che specchiata attività come Magistrato.

Risponde Paolo Comi

Prendiamo atto delle sue precisazioni. La invitiamo, comunque, a rivolgersi al dott. Roberto Ceroni e al dott. Gianluigi Morlini, esponenti di primo piano di Unicost, il gruppo al quale lei aderisce, affinché spieghino – pubblicamente – le ragioni del pressante interessamento “motu proprio” a conforto di una domanda che non aveva bisogno di alcuna segnalazione in quanto i titoli allegati, tutti prestigiosi, sarebbero bastati di per sé soli ad ottenere il meritatissimo incarico di presidente del Tribunale di Piacenza.
Il dott. Roberto Ceroni, referente di Unicost nel distretto di Bologna, segnalò il suo nome al dott. Luca Palamara, all’epoca presidente della Commissione per gli incarichi direttivi del Csm e capo delegazione di Unicost a Palazzo dei Marescialli, per ben sei volte in circa due mesi.
“Su Brusati non possiamo perdere. Il gruppo ne pagherebbe le conseguenze”, scrisse, alla vigilia del voto del Csm sulla sua domanda, Ceroni a Palamara.
Secondo il codice etico dell’Anm, che lei conoscerà molto bene avendo per anni svolto un ruolo di primo piano nell’associazionismo giudiziario, quando il dott. Marcello Matera è stato il segretario generale di Unicost, “Il magistrato che aspiri a promozioni, a trasferimenti, ad assegnazioni di sede e ad incarichi di ogni natura non si adopera al fine di influire impropriamente sulla relativa decisione, né accetta che altri lo facciano in suo favore”.
P.s. Perché subito dopo essere stato nominato presidente del Tribunale di Piacenza ringraziò calorosamente Luca Palamara? Ricorda? Era il 31 marzo.