Jessica Foscarin e il melanoma non riconosciuto: dopo la morte causa da un milione di euro all’Usl di Mestre

La triste storia di Jessica Foscarin inizia nel 2010. Le viene asportato un neo al seno, subito dopo analizzato dall’Anatomia patologica dell’Ospedale dell’Angelo di Mestre. Le analisi sono chiare, non viene rilevato alcun rischio, con il tumore ritenuto benigno e la donna non più sottoposta ad ulteriori accertamenti clinici o terapeutici. Ma passano undici anni e a seguito di una palpazione dolorosa, la donna si accorge della comparsa di un nodulo al seno nella stessa zona.

La scoperta dopo la biopsia

Dopo la biopsia scopre di essere affetta da una recidiva di melanoma. Così, ad una seconda analisi dei vetrini dell’operazione, emerge – contrariamente alla prima – la natura maligna del tumore, che nel lasso di tempo si era diffuso in tutto il corpo fino a risultare incurabile. La chemioterapia non influisce. La donna muore il 13 luglio 2022, all’età di 31 anni.

Un tumore mai capito, né curato.  La procura di Venezia ha aperto un’inchiesta penale e ora è la famiglia della ragazza a chiedere giustizia: al centro della causa l’errore dell’anatomopatologo. Spetterà al Foro di Venezia stabilire la fondatezza delle accuse mentre a marzo, davanti al Tribunale civile, ci sarà la prima udienza della causa (da più di un milione di euro) aperta dalla famiglia di Jessica contro l’Ulss 3.