Kuleba, il ministro degli esteri ucraino e il legame con l’Irpinia: “È come un figlio”

Ukrainian Foreign Minister Dmytro Kuleba stands at the Ukrainian-Polish border crossing in Korczowa, Poland, Saturday, March 5, 2022. (Olivier Douliery, Pool Photo via AP)

Dmytro Kuleba ha un rapporto intimo con l’Italia. Quando era bambino, il ministro degli Esteri ucraino, è stato accolto da una famiglia di Atripalda, in provincia di Avellino. Erano gli anni immediatamente successivi al disastro di Chernobyl, la centrale nucleare protagonista del più grande disastro del nucleare civile nella storia che è stata al centro di combattimenti anche durante il conflitto in corso in Ucraina dallo scorso 24 febbraio.

Lo stesso Kuleba ha rivelato il dettaglio in un’intervista all’inviato di guerra de Il Corriere della Sera Lorenzo Cremonesi. Quella parentesi della sua vita è stata approfondita dal quotidiano. Kuleba è stato ospite della famiglia Ventre nell’ambito dei programmi di ospitalità dei bambini che arrivavano dai territori colpi dal disastro nucleare. “Solitamente questi gruppi di bambini venivano in estate, e in periodo di ferie c’era più tempo per dedicarsi a loro. Andammo in vacanza al mare, a Rimini e Riccione, e gli piacque moltissimo. Ma per lui tutto quello che vedeva in Italia era come un mondo nuovo, quindi lo viveva con entusiasmo. Anche i miei figli, che sono un poco più grandi, si affezionarono subito a lui, lo trattavano come il fratello più piccolo e gli dedicavano mille attenzioni. È stato davvero un bel periodo. E che sia stato anche importante lo dimostra l’affetto che ci lega tutti ancora oggi”.

Queste le parole di Domenico Ventre, 79 anni, maresciallo dei carabinieri in congedo, al quotidiano. Ha descritto il ministro degli Esteri come un terzo figlio. “Dima”, come lo chiama l’ex militare, è rimasto sempre in contatto con la famiglia Ventre. È stato anche a Calenzago, in Piemonte, dove l’uomo si è trasferito per stare più vicino ai figli. E ha ospitato la famiglia Ventre a Kiev.

Il 79enne ha descritto un ragazzo entusiasta, incuriosito da tutto quello che vedeva in Italia. “Lui diventò subito uno di noi. Aveva poco più di dieci anni, e restammo incantati. Parlava perfettamente in inglese, e in pochissimo tempo imparò l’italiano semplicemente guardando la tv, oltre che dialogando con noi, ovviamente. “Lui diventò subito uno di noi. Aveva poco più di dieci anni, e restammo incantati. Parlava perfettamente in inglese, e in pochissimo tempo imparò l’italiano semplicemente guardando la tv, oltre che dialogando con noi, ovviamente. Un bambino intelligentissimo”.

Kuleba, 40 anni, oggi è uno dei politici più importanti nella squadra del Presidente Volodymyr Zelensky. Ha ringraziato il presidente del Consiglio Mario Draghi e il suo omologo Luigi Di Maio. Ha ringraziato per la posizione del governo che si è messo a disposizione per far entrare Kiev nell’Unione Europea. Ha voluto anche rassicurare gli italiani. “L’Italia s’impegna a mandarci armi e munizioni necessari a difenderci, ma non soldati o piloti che combattono al nostro fianco e ciò non intaccherà per nulla la sicurezza italiana, che ovviamente sta a cuore al vostro governo”.

E sui simpatizzanti del Presidente russo: “Sappiamo che in Italia ci sono forze vicine a Putin – ha aggiunto a Cremonesi – vorrei dire che ciò è immorale, illegale e politicamente perdente. Chi sta con Putin sostiene i crimini di guerra. Sulla questione garanzie, vorrei comunque rassicurare gli italiani: si possono trovare modi per cui le garanzie non comportano automaticamente il vostro coinvolgimento bellico diretto”.