Una contro Flotilla con imbarcazioni israeliane. E’ l’iniziativa lanciata dalla società civile di Tel Aviv e rilanciata dall’ostaggio liberato Emily Damari e dall’influencer Natalie Dadon. Un invito ai proprietari delle imbarcazioni a formare un muro “blu e bianco” in mezzo al mare sia per chiedere la liberazione degli ostaggi che per rispondere all’iniziativa pro-Pal della Global Samud Flotilla che nei prossimi giorni dovrebbe arrivare a largo della Striscia di Gaza. Iniziativa definita dagli israeliani come “crociera propagandistica per Hamas”.

La Flotilla verso Gaza

L’obiettivo è quello di radunare più barche possibili per avvicinarsi alle circa 50 imbarcazioni della Flotilla che, dopo una sosta in acque territoriali greche, ha ripreso a navigare verso Gaza con l’intenzione dichiarata di sfidare il blocco navale israeliano, con Italia e Spagna che hanno posizionato navi militari nelle vicinanze per la copertura dei soccorsi. L’iniziativa, lanciata sui social, al momento non trova conferme ufficiali.

La posizione del governo guidato da Netanyahu è netta: alle imbarcazioni non sarà consentito violare il blocco o entrare nella zona di combattimento al largo di Gaza. Funzionari della sicurezza israeliani affermano che Shayetet 13 e la Marina sono pronti a salire a bordo e rimorchiare l’imbarcazione se necessario, mentre Israele continua a sollecitare che qualsiasi aiuto venga inoltrato tramite Cipro e i canali della Chiesa.

Scotto: “All’alt ci fermeremo”

Intervenuto a Un giorno da Pecora su Rai Radio 1, il deputato del Pd Arturo Scotto, imbarcato sulla Global Sumud Flotilla, fa sapere che “attualmente siamo a circa 280 miglia dalla Striscia di Gaza, navighiamo intorno ai 4 nodi e saremo a quell’altezza tra 3 o 4 giorni al massimo”. Il convoglio di imbarcazioni dovrebbe raggiungere il blocco navale israeliano “realisticamente domani pomeriggio o sera, massimo mercoledì”. In caso di ingaggio da parte dei militari di Israele, Scotto osserva che “non sappiamo cosa decideranno di fare” ma ribadisce che “la nostra però è una missione non violenta” e dunque afferma che “come regola d’ingaggio, all’alt ci fermeremo. Non abbiamo intenzione di alimentare reazioni belligeranti”.

Redazione

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